tag:blogger.com,1999:blog-88978194343701743152024-03-08T03:33:22.930-08:00Roba da profAngela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.comBlogger52125tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-90359605143931640962023-07-11T14:30:00.001-07:002023-07-11T14:33:18.376-07:00Riflessioni post Maturità<p> Riflessioni post Esami di Stato come commissaria esterna di Lettere:</p><p>1) È stato arduo valutare alunni che non ho preparato io: diciamocelo, se chiedo una formula scientifica, quella è a prescindere da chi te l'ha spiegata, ma invece un testo letterario va interpretato e ogni insegnante crea coi ragazzi un proprio percorso ermeneutico, alla ricerca di temi che sono stati indagati con uno sguardo soggettivo, con un modo di nominare gli aspetti stilistici e di contenuto magari un pochino diverso da docente a docente. Quando i ragazzi mi parlavano di un autore o di un testo, spesso mi ritrovavo, ma non sempre; se volevo scavare più a fondo nascevano le difficoltà: sembrava non capissero quel che domandavo, non so se perché impreparati o perché magari in classe non avessero approfondito quel particolare aspetto. Perciò, per non creare imbarazzi, mi sono accontentata di trame, concetti chiave modello bignami, piccoli collegamenti. Però mi sono annoiata a morte nella maggior parte degli orali. Ma che senso ha un orale così? E, prima ancora: che senso ha gestire l'italiano come un'infilata di autori di cui alla fine rimarranno in testa forse quattro acche? </p><p><br /></p><p>2) Durante gli orali ho proprio constatato quanto urga provare a costruire percorsi interdisciplinari, perché, se ogni docente pensa soltanto alla sua materia, poi è naturale che i ragazzi imparino a ragionare a compartimenti stagni, e anche questa cosa è di una tristezza infinita: bisognerebbe programmare per tematiche comuni e poi far vivere esperienze significative al termine di ogni percorso di apprendimento. Non vedo altra via.</p><p><br /></p><p>3) Conseguentemente, si rende necessario prendere il coraggio a due mani e operare una selezione, sicuramente dolorosa, di autori e opere e quello che si sceglie deve essere trattato con calma e in modo significativo. </p><p><br /></p><p>4) Per la selezione, io seguirei questi criteri: partire da Leopardi (da svolgere assolutamente in quinta: è il collante tra le varie discipline e da lui parte il Novecento, benché sia morto nel secolo precedente) e finire in quarta la Commedia (su 48 studenti, ce ne fosse uno che l'abbia nominata!); prediligere opere integrali (almeno per la prosa) e autori irrinunciabili; di altri autori proporre solo qualche testo nei percorsi tematici; proporre letture personalizzate in base agli interessi degli studenti: non si può proporre sempre tutto a tutti, altrimenti il risultato finale sarà inevitabilmente mediocre.</p><p><br /></p><p>P.S. Io ho provato ad abbozzare una scaletta di programmazione con questi criteri e ho sudato sette camicie: come rinunciare ai classici della letteratura o perlomeno ridurli, se pensiamo che si parla per esempio di Verga, Pascoli, D'Annunzio, Ungaretti, Montale, Saba, Pirandello e Svevo? Eppure, è accettabile che i ragazzi non sentano neanche un cenno a Calvino, Pavese, Eco, Caproni, Luzi, Pasolini, Merini, Rosselli, Ammaniti etc? </p><p><br /></p><p>Sono solo interrogativi che mi pongo dopo la mia prima esperienza da commissaria esterna. Non ho le risposte, ma penso che la mia pratica didattica debba partire da queste domande.</p><p><br /></p><p>Bozza di programmazione in quinta (molto ottimistica):</p><p>Primo periodo (settembre-dicembre)</p><p>Percorso tematico: "Il rapporto con la natura"</p><p>-Leopardi (approfondito come autore; poesie: Infinito; A Silvia; Canto notturno di un pastore errante...; Operette Morali, ampia selezione; La ginestra)</p><p>- Simbolisti francesi e Pascoli: natura come foresta di simboli (scelta di alcune poesie inerenti al tema)</p><p>- D'Annunzio e il panismo: La pioggia nel pineto</p><p>- Ungaretti: I fiumi, Soldati</p><p>- Saba, La capra</p><p>- Caproni, Versicoli quasi ecologici</p><p><br /></p><p>Secondo periodo (gennaio-maggio)</p><p>Montale: approfondimento sull'autore; lettura degli Ossi di seppia; confronto con Luzi, Essere rondine</p><p>Percorso tematico: "Il rapporto dell'artista con la società"</p><p>- Baudelaire, L'albatros; Perdita di aureola; Rimbaud</p><p>- Naturalismo, Realismo e Verismo: il progresso; Flaubert, Madame Bovary (estratto); Verga: Rosso Malpelo; La Lupa (confronto con De André, Bocca di Rosa); il progetto del Ciclo dei Vinti</p><p>- Le donne: Ibsen, Casa di bambola (spettacolo teatrale reperibile su Youtube); Sibilla Aleramo, Una donna (estratto)</p><p>- L'inettitudine: Moravia e Svevo (lettura di passi antologici)</p><p>- L'alienazione e l'incomunicabilità: Pirandello (Il treno ha fischiato; estratti dal Mattia Pascal e da Uno nessuno centomila; Sei personaggi in cerca d'autore, visione della rappresentazione teatrale con testo integrale)</p><p>- Pasolini, la scomparsa delle lucciole</p><p>Percorso di genere: i romanzi della Resistenza e della Seconda Guerra Mondiale (Pavese - Calvino - Fenoglio - Cassola: lettura integrale di un romanzo a scelta a gruppi e con presentazione in classe)</p><p>Preparazione di un percorso tematico a gruppi (l'io frantumato - la guerra - la cultura - il tempo - il ruolo del poeta e della parola - il senso della vita - la città - la pazzia etc)</p><p><br /></p><p><br /></p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-40002155554386648392022-08-10T08:12:00.001-07:002022-08-10T08:23:11.241-07:00Riflessioni sulla mia sperimentazione fin qui del RWW<p> Stavo rileggendo questo vecchio post:</p><p>https://robadaprof.blogspot.com/2016/09/laboratorio-di-lettura-e-scrittura.html</p><p>Risale al primo incontro con l'approccio laboratoriale alla lettura e alla scrittura mediato dalla mia amica Silvia Pognante e da alcuni testi da lei consigliati. </p><p>Oggi che ho maturato alcuni anni di esperienza didattica mi accorgo di alcune ingenuità all'interno di quello scritto, dovute principalmente al fatto che non avevo ancora provato. </p><p>In primis la troppa carne al fuoco: un mese per ogni genere letterario! Tre libri ad alta voce all'anno! Figuriamoci! Ora ho imparato a mettere in conto tempi molto più lenti: la qualità richiede lentezza. Lo scrive sempre anche Sabina Minuto, un faro per me. </p><p>Altro errore, almeno per quanto mi riguarda, è quello di aver immaginato di controllare ogni aspetto: i materiali, come gli studenti avrebbero scritto (intendo l'interlinea, il colore della penna etc...). Nel tempo ho capito che a prescindere dalle indicazioni anche dettagliate che cerchi di dare agli studenti poi alla fine loro fanno quello che vogliono,cioè trovano un loro modo con il quale si sentono a loro agio. L'importante è che leggano e scrivano, poi se preferiscono scrivere a pc o fare più bozze a mano tutte appiccicate per poi ricopiare venti volte il loro testo... Che facciano loro!</p><p>Parimenti trovo pesante, ora, tutto quel "far fare" sui testi che leggono: io stessa mi infastidisco se mi fanno uscire troppo dalla "reading zone", per dirla come la Atwell. Ora mi sentirei di consigliare (anche a me stessa, visto che a settembre ricomincerò con una prima, ma stavolta nella Secondaria di II grado) di proporre poche cose (sotto forma di minilessons) ma buone.</p><p>Ho capito che non serve chissà che cosa: proporre testi (meglio racconti integrali) di qualità, belli, coinvolgenti su cui lavorare a più riprese, partendo dalla discussione in classe sul e oltre il testo (e mi rendo conto di quanto sia difficile operare scelte significative). Eliminare le domande banali (pallose) sul testo e riflettere sugli aspetti che davvero possano interessare. Scrivere (anche quick write all'inizio) su ciò che si legge. Leggere in classe e parlare anche in modo informale di libri SEMPRE, perché la lettura è contagiosa se la facciamo sentire un'attività affascinante. Stabilire relazioni vere con ciascuno studente: questo aspetto da solo regge tutta la baracca, a dir la verità. Lavorare sul gruppo classe, perché ci siano armonia e buone relazioni all'interno (fondamentali per i lavori di gruppo e anche perché, se tra compagni si motivano a vicenda per esempio nell'ambito delle letture personali, abbiamo già vinto! I book club, a tal proposito, sono esperienze da provare assolutamente).</p><p>Infine confesso una difficoltà che ancora non ho superato: purtroppo vedo che le cose che funzionano veramente (la lettura per puro piacere di leggere, la scrittura autobiografica) soprattutto alle superiori cozzano con quanto richiesto dal Dipartimento e con le necessità della valutazione.</p><p>Per esempio: poniamo che dia da scrivere un testo (con tipologia e argomento scelti dallo studente) per poi valutarlo al posto del tema tradizionale. </p><p>Naturalmente posso chiedere di scriverlo in classe ritirando le bozze ogni volta. Ma... Punto primo: molti studenti si sentono più a loro agio scrivendo direttamente a pc (e pure io: siamo nel 2022 del resto). Se portano i loro devices, ovviamente non possono "consegnare". Certo, ci sono stratagemmi per capire le date delle modifiche in Google Documenti etc..., ma è complicato tenere d'occhio 20 o 30 marmocchi! Certo non sostenibile. </p><p>Punto secondo: pretendiamo pure la scrittura a mano, ma sappiamo che, essendo la scrittura autentica a più riprese, anche se consegnano possono sempre continuare a casa sul quaderno, aggiungendo fogli di brutta la lezione successiva. Naturalmente il rischio è che non sia tutta farina del loro sacco. Poi con le misere 4 ore di Italiano a disposizione, fa anche comodo che lavorino un po' a casa, diciamo la verità.</p><p>Quindi ci si deve fidare. E lo possiamo fare con tranquillità se non c'è voto. Quando c'è il voto di mezzo, la paura di fallire è più forte di qualsiasi remora etica. O meglio la valutazione ci può essere, ma deve riguardare il processo di scrittura, la capacità di recepire i consigli dell'insegnante, la voglia di riprovarci, la capacità di rimettersi in gioco... </p><p>A mio parere, dunque, bisogna separare il lavoro quotidiano su lettura e scrittura, che deve essere sereno e coinvolgente di per sé, senza bisogno del ricatto del voto, da quello che è il momento della verifica, necessario ahimè finché la scuola continuerà a reggersi sui voti appunto. E allora lì tocca proporre una traccia tradizionale (magari riferita a temi trattati in classe e al lavoro svolto in precedenza) o un lavoro di comprensione di un testo per vedere se sanno applicare le strategie viste insieme. </p><p>Io purtroppo non ho trovato altre strade. Quello che mi piace fare coi ragazzi proprio non c'entra con la misurazione del livello di competenza. È più che altro valutazione formativa; riguarda l'atteggiamento dello studente verso le sfide proposte, ecco. Ma il contesto scolastico attuale mi chiede altro e per questo mi sta stretto, me ne rendo conto. E infatti in cuor mio so che la valutazione vera sarebbe quella tramite compiti autentici, con il naso fuori dalla scuola, ma tutti noi sappiamo quanto questo cozzi contro l'appiccicar voti nel modo in cui siamo abituati. </p><p>Ad ogni modo, in questi anni ho trovato sempre degli escamotage, non solo per Italiano, ma in generale in tutte le mie discipline: diari di bordo sulle attività svolte (soprattutto in gruppo), relazioni finali, richiesta di un elaborato finale da presentare alla classe (così vedi grado di profondità dello studio, capacità comunicative, competenze digitali...), riflessioni metacognitive sul lavoro svolto etc... In questo modo riesco ad avere diversi strumenti per la valutazione, dai più tradizionali (test a punti sulle mere conoscenze, verifiche e temi classici) a quelli più relativi alle competenze e agli atteggiamenti. Non nascondo tuttavia che non mi ritengo proprio soddisfatta di questo compromesso. Per ora altro non riesco a fare. E nonostante questo laccio che mi tiene legata al fare scuola tradizionale, per i miei studenti io sono quella diversa, quella strana o quella pazzoide (la definizione dipende da quanto mi vogliono bene o dalle loro esperienze scolastiche pregresse più o meno felici). Comunque io cerco di divertirmi e di fare al meglio il mio lavoro: senza passione, senza piacere (del docente e del discente), del resto non c'è vero apprendimento. Non ne varrebbe la pena!</p><p><br /></p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-71442263486702869562022-08-09T07:19:00.000-07:002022-08-09T07:19:08.056-07:00Esperimento didattico: Latino a modo mio partendo da un epigramma di Marziale<p> Ho provato a creare un percorso didattico utilizzando la metodologia che prediligo, cioè il cosiddetto "metodo attivo" preso in prestito dalla didattica delle lingue moderne applicato a testi latini veri. </p><p>Qual è il problema? Che bisogna crearsi tutti i materiali da sé e non è affatto facile reperire il materiale giusto che si presti a un determinato livello linguistico dei discenti. Bisognerebbe che ci credesse un gruppo di docenti (non dico tutto il Dipartimento, però...) e che il lavoro dei docenti fosse sostenuto da corsi seri di formazione sull'uso del latino (lettura, produzione in latino seguendo dei modelli etc).</p><p>Qual è il limite? Perché ci si possa azzardare a sperimentare questo tipo di approccio, è necessario che la classe abbia un numero UMANO di elementi: con classi molto numerose temo che si faccia fatica a tenere sotto controllo tutto e tutti...</p><p>Che cosa trovo particolarmente vincente in questo approccio?</p><p>1) Il maggior coinvolgimento: si parte da un racconto (la narrazione è sempre potente), gli studenti devono intervenire continuamente, anche in forma ludica, Si ascolta, si legge, si parla, si scrive in latino (più canali sono coinvolti nell'apprendimento e più questo si accende). Anche se si fanno errori grammaticali (che vengono fatti correggere pian piano), comunque si impara il lessico e "ci si sporca le mani" con la lingua... </p><p>2) Il collegamento tra focus grammaticale e focus culturale: si conoscono un pochino gli autori e i loro testi (possono essere autori classici ma anche medievali, rinascimentali etc), ci si aggancia a una tematica che può essere multidisciplinare, si approfondisce l'aspetto culturale insieme a quello linguistico (che per altro viene selezionato ed isolato: meglio proporre una piccola regola alla volta ed esercitarla continuamente che tante tutte insieme. Ho notato che già chiedere la memorizzazione di tutti i casi di una declinazione è una richiesta alta di questi tempi, anche perché si dà per scontato che i ragazzi conoscano e riconoscano le funzioni dei casi, cosa quasi rara negli ultimi anni di scuola, almeno nel mio indirizzo liceale). </p><p>3) Il fatto che si parta da un testo rielaborato (dove si allunga anche un po' il brodo, si ripetono le stesse parole etc) per arrivare comunque a visionare il testo di partenza (che può comunque essere presentato con la traduzione - parziale o totale - a fronte e/o con delle note linguistiche, traduttive, di grammatica storica etc...).</p><p>Tutti questi punti evidentemente si rifanno a quello che è il traguardo principale per me come insegnante: quello di motivare all'apprendimento rendendo più accessibile il latino agli occhi dei nostri studenti così pieni di pregiudizi relativi a questa lingua. Sono fermamente convinta che da qui si debba passare per salvare il latino nel curriculum degli indirizzi liceali che non siano il Liceo Classico. </p><p>Ovviamente ciò non significa far finta che imparare il latino non costi fatica: però se lo studente si convince che si tratta di una fatica affrontabile, che darà dei risultati, forse gli verrà più facile applicarsi. Ce lo diceva già Vygotskij con la sua zona di sviluppo prossimale; studi più recenti ci confermano che non c'è reale apprendimento senza piacere e motivazione (qui il mio punto di riferimento è Daniela Lucangeli). E, come sostiene Guido Milanese in un articolo che ho recentemente letto in Academia.edu, oggi lo studio del latino non è nemmeno più sostenuto, come accadeva fino a qualche decennio fa, da una motivazione sociale, perché ormai la conoscenza del latino non funge più da filtro per accedere alle carriere dirigenziali. Il latino non serve propriamente a nulla oggi: si accetta di studiarlo solo se lo si ama (altrimenti chi te lo fa fare??). Questa è la nostra sfida, come docenti di Latino, oggi. </p><p><br /></p><p>Questa la bozza del percorso didattico che ho immaginato a partire da un epigramma di Marziale. Mi piacerebbe avere altri pareri o anche proposte di collaborazione per avere un tesoretto di testi su cui costruire altre unità didattiche!</p><p>
</p><p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Testo originale di partenza: Marziale,
<i>Epigrammi</i><span style="font-style: normal;">, I 10</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><i>Petit
Gemellus nuptias Maronillae</i></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><i>et
cupit et instat et precatur et donat.
</i></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><i>Adeone
pulchra est? Immo vero foedius nil est.</i></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><i>Quid
ergo in illa petitur et placet? Tussit.</i></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Focus
culturale: il matrimonio (a Roma e oggi, con collegamento con
Diritto; vedi fenomeno delle spose bambine, i matrimoni riparatori
etc...)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Focus
grammaticale: dativo di possesso (prerequisiti: prime due
declinazioni e indicativo presente attivo e passivo; le interrogative
dirette)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><br /></span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Testo rielaborato da proporre agli studenti ad inizio unità:</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Romae
est vir qui Gemellus appellatur/nomine Gemellus.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Gemellus
pulcher iuvenis est.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Gemello
sunt caerulei oculi, etc... (descrizione fisica essenziale)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Olim
in via videt Maronillam.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Est
Maronilla domina divitiarum plena. Maronillae sunt magna villa prope
Forum, splendida vestimenta, margaritae... </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Maronillae
maritus mortuus est. Nunc Maronilla vidua est.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Estne
Maronilla pulchra matrona?</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Maronilla
pulchra non est. Immo vero foeda est. Neque pulchra neque iuvenis
Maronilla est. Gemellus tamen eam cupit et multa dona Maronillae
facit. Gemellus ducere in matrimonium eam vult. Gemellus nuptias
Maronillae petit. Cur? Quid Gemello Maronilla placet?</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Immo
vero Maronilla Gemello non placet, quia Maronilla neque iuvenis neque
sana est. Maronilla tussim habet. Quia ea tussit, Gemellus putat eam
morituram esse. Gemellus Maronillam non amat, sed Maronillae
divitias. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Pensum
primum</b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<ul>
<li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Quis
est Gemellus?</span></p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Estne
Gemellus pulcher?</span></p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Quem
videt in via?</span></p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Estne
Maronilla iuvenis et pulchra?</span></p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Habetne
Maronilla maritum?</span></p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Quid
facit Gemellus cum Maronilla?</span></p>
</li><li><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Cur
Gemellus nuptias Maronillae petit?</span></p>
</li></ul>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Pensum
secundum</b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Gemell__
Maronill__ in via videt. Gemell__ sunt caerule__ ocul__ etc...
(Completare con uscite di prima e seconda declinazione)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Pensum
tertium:</b> errata corrige!</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">In
viam Gemellus Maronilla videt (etc: far correggere gli errori su
prima e seconda declinazione e su reggenze preposizioni)</span></p><p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><br /></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Pensum
quartum</b> (inserimento verbi elencati da coniugare)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Gemellus
Maronillae nuptias ______________. Gemello eam non ________________,
sed Gemellus divitias Maronillae ______________ . Etc...</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">amare
– placere – petere – etc...</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Approfondimento
culturale sul matrimonio</b></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Per
casa</b> fai coniugare Gemellus pulcher e Maronilla foeda (ripasso prima
e seconda declinazione e aggettivi prima classe)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Ripresa
del testo rielaborato con <b>domande a coppie</b> (del tipo Quis est
Maronilla? Amatne Gemellus Maronillam? Etc...)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b><br />
</b></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b><span style="font-style: normal;">FOCUS
SUL DATIVO DI POSSESSO: spiegazione ed esempi </span>
</b></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Pensum</b>:
describe te ipsum. Suntne tibi oculi caerulei? Etc...</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b><br />
</b></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Gioco
in classe: “Indovina chi”</b> → Fornire lista con nomi delle parti
del corpo, colori... e fai fare domande con dativo di possesso</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Esercizio
di <b>sintesi </b>della storia di Gemello e Maronilla (prima orale tutti insieme e poi scritta da parte dei singloli studenti). </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Altro
esercizio: creare <b>un'intervista </b>a entrambi i personaggi (per usare
anche la prima e la seconda persona dei verbi)</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Conclusione
dell'attività: <b>presentare il testo originale</b> di Marziale chiedendo
di indovinarne la traduzione (con guida). Presentare l'autore con
alcune note biografiche.</span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;"><b>Esercizi
di traduzione</b> dal latino e dall'italiano sempre su Gemello e
Maronilla. </span>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-style: normal;">Come<b>
test finale</b> per la valutazione: presentare un testo con lessico e
strutture morfosintattiche simili e fare esercizi di comprensione,
cloze, traduzione... Fare anche domande di civiltà. In itinere dovremmo riuscire ad individuare facilmente, dato che facciamo intervenire spesso gli studenti, chi ha studiato, capito, interiorizzato e chi invece ha delle lacune o ha bisogno di rinforzo. La valutazione finale potrebbe essere completata (o affiancata) da quella in itinere, che dovrebbe tener conto anche di fattori come la risposta agli stimoli del docente, l'impegno, la capacità di mettersi in gioco etc... </span></p><br /><p></p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-90215429276006539912021-10-30T13:36:00.006-07:002021-10-30T13:40:13.902-07:00Latino: la sfida continua!<p> Inutile nasconderlo. Le prime negli ultimi due anni sono più complicate del solito. Molti ragazzi hanno delle lacune che a volte sono voragini e inoltre faticano a ingranare con lo studio, che è spesso stentato e approssimativo. Aggiungiamoci che in generale un po' in tutte le classi i ragazzi sono più fragili, e per questo danno colpa (vera o presunta) al Covid: sta di fatto che è tutto un morire d'ansia per qualsiasi cosa.</p><p>In questo contesto io mi trovo a insegnare latino in prima Scienze Umane. Trattasi di materia che già di per sé non gode di buonissima fama tra gli studenti; figuriamoci poi presso quelli poco rigorosi e in difficoltà con le basi di analisi logica. </p><p>Dopo l'entusiasmo iniziale nell'applicazione del mio metodo in larga parte induttivo e ludico, i risultati della prima verifica mi hanno riportato decisamente a terra. Alla crisi è seguita la reazione: come arginare le evidenti difficoltà di buona parte dei miei studenti di fronte anche alle più semplici richieste? Sì, perché la verifica chiedeva di fare l'analisi logica di alcune semplici frasi in italiano e di esplicitare il caso latino corrispondente. L'esercizio più difficile chiedeva di completare delle frasi in latino o di tradurne altre in italiano, che però non erano nuove: le avevamo ripetute molte volte in un mese di lezione. Il focus era sulla prima declinazione. </p><p>Ho deciso allora di dividere la classe a piccoli gruppi (di 2 - 3 componenti) e di assegnare a ciascuno di essi degli esercizi mirati per il recupero, il consolidamento e il potenziamento.</p><p>A chi è andato bene nel test ho assegnato una versione da tradurre che parlava di discipulae, di schola e di magistrae, lessico già noto agli studenti, visto che nelle nostre piccole conversazioni in latino in classe facciamo ricorso agli stessi termini. </p><p>Nel frattempo ho assegnato degli esercizi sulla prima declinazione a chi doveva recuperare o consolidare: esercizi di completamento essenzialmente, fino ad arrivare alla frasetta da analizzare e tradurre in o dal latino. Dopo la prima lezione in cui passavo tra i banchi a dare una mano, ho corretto con i gruppi interessati questi esercizi, sincerandomi che tutti avessero preso un po' di dimestichezza con casi e terminazioni della prima declinazione. Ho lavorato con l'analisi logica (a partire da frasi con solo il soggetto e il predicato nominale) utilizzando una struttura schematica e dei colori per i complementi diretti. Ad esempio ho preso una frase da tradurre in latino come: "Serena è la nostra maestra" e l'ho fatta riscrivere così:<br /></p><p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOJBALT6O1F08hQERdDx5ga9V8R3DUr7PQQHP2Tl3zbNeEus6fyvkTIv2UAgJAj1-f6d-WyGbnv5EkOiP5fGw6198ofxd_9sQwXdKwa4PmHjhL_SixoTHv5_EjN3uOVi3ZlOl5W_8yjAs/s660/Frase+latina.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="178" data-original-width="660" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOJBALT6O1F08hQERdDx5ga9V8R3DUr7PQQHP2Tl3zbNeEus6fyvkTIv2UAgJAj1-f6d-WyGbnv5EkOiP5fGw6198ofxd_9sQwXdKwa4PmHjhL_SixoTHv5_EjN3uOVi3ZlOl5W_8yjAs/w520-h185/Frase+latina.JPG" width="520" /></a></div><p></p><p><span><span><span><span><br /></span></span></span></span></p><p><span><span><span><span>Quindi ho fatto collocare il verbo al centro, ho fatto quindi cercare il soggetto col trucco della concordanza (provate a cambiare il verbo, da singolare a plurale o viceversa: il complemento che è costretto a cambiare con lui è il soggetto!) e l'ho fatto scrivere sempre a sinistra in rosso; a destra c'è l'eventuale complemento oggetto (ma mettiamo una X se il verbo è intransitivo); sotto gli eventuali complementi indiretti. Ho fatto scrivere, come si vede, il complemento, il caso corrispondente e se singolare o plurale, ed infine la terminazione della I declinazione. Alla fine di questa procedura si è tradotta la frase.</span></span></span></span></p><p><span><span><span><span>Diversa ancora è stata la gestione dei DSA: ho trovato in rete un bello schema della prima declinazione con un colore per ogni caso e la traduzione corrispondente. L' ho consegnato insieme a delle frasi in latino in cui avevo già sottolineato i sintagmi con il colore giusto in base allo schema fornito. Per esempio, poniamo che si stabilisca che il nominativo è in rosso e l'accusativo in verde; quindi si dà una frase così:</span></span></span></span></p><p><span><span><span style="background-color: red;">Discipulae </span><span style="background-color: #04ff00;">magistram </span>audiunt.</span></span></p><p>L'alunno dunque ritrova sullo schema che il rosso è il nominativo, deve controllare se singolare o plurale e relativa traduzione; quindi procede con il verde e così via. Si comincia con una serie di frasi elementari (solo con nominativo e P.N.) e via via si inseriscono uno alla volta altri casi e dunque altri colori. </p><p>Nelle lezioni successive, ho corretto gli esercizi assegnati ai gruppetti che dovevano recuperare e quindi contestualmente ho interrogato. Se trovavo qualche argomento non ancora consolidato, ci lavoravo ancora sopra con esempi e ulteriori esercizi (ad esempio quello dei cesti: ho dato una lista di parole della I declinazione ed esse andavano inserite nel "cesto" corretto dei casi; dapprima l'esercizio doveva essere svolto con lo schema della prima declinazione sott'occhio e poi senza). </p><p>Mentre interrogavo e assegnavo questi esercizi, non ho lasciato con le mani in mano i più sicuri, ma ho chiesto loro di rielaborare la versione che avevo loro assegnato precedentemente in questo modo: dovevano creare un dialogo tra i protagonisti della versione (due amiche e la loro maestra) esercitando sia le formule che sentono in classe ad ogni lezione o che abbiamo utilizzato in passato (le formule di saluto, la richiesta del nome, etc...) sia lavorando sui verbi. Infatti per ora abbiamo studiato unicamente il verbo essere, ma comunque negli esercizi abbiamo trovato altri verbi sempre dati in traduzione. Quindi gli alunni dovevano prendere i verbi (tutti all'indicativo presente attivo) della versione e con l'aiuto del loro manuale riconoscerne la coniugazione e perciò coniugarli in altre persone rispetto alla terza persona singolare o plurale. Ad esempio la frase: "Discipulae Romae vivunt" è stata trasformata così nei dialoghi: </p><p>- Salvete! Quae estis?</p><p>- Discipulae sumus. </p><p>- Ubi vivitis?</p><p>- Romae vivimus.</p><p>Il lavoro è stato certosino: si doveva riportare "vivunt" a "vivo", cercarlo sul dizionarietto in fondo al manuale, ricavarne la coniugazione e andare a vedere sul libro come si coniugasse in base alla coniugazione di appartenenza. Non è stato facile, ma i ragazzi si sono entusiasmati e hanno svolto dei lavori discreti, in un paio di casi molto buoni. Hanno anche scoperto dalla versione come si forma il complemento di moto a luogo e ora dovranno spiegare al resto della classe (che nel frattempo ho più o meno finito di interrogare in vista del recupero) come funzionano le coniugazioni latine. </p><p>Mi ritengo soddisfatta, anche se ho dovuto preparare diversi materiali e a lezione dovevo avere ben in mente chi facesse che cosa. Mi sono sdoppiata, anche quadruplicata in certi momenti, ma nessuno ha perso tempo e ognuno ha lavorato a partire dal proprio livello di partenza. Due puntualizzazioni:</p><p>- bisogna saper tollerare un certo grado di confusione in classe (e siccome non è facile ritengo che questo tipo di lavoro non si possa fare sempre);</p><p>- bisogna avere in classe un numero gestibile di alunni (credo al massimo 20, altrimenti è davvero dura, oppure bisogna ridurre il numero di differenziazioni, cioè un lavoro per il potenziamento e uno per recupero/consolidamento e poi condivisione in plenaria).</p><p>Aggiungo che ovviamente in un mese di scuola ho fatto la prima declinazione, il verbo essere, il complemento di stato in luogo, un accenno al dativo di possesso e stop. Ho anche anticipato alcune uscite della seconda declinazione, ma poi ho lasciato perdere perché appunto ho visto che dovevo lavorare sulle basi dell'analisi logica, quindi non mi sono complicata la vita ulteriormente! Voglio dire: se si vuole procedere tentando di non lasciare indietro nessuno, non si possono fare le corse. Tuttavia, non bisogna dimenticarsi di stimolare chi è in fascia più alta, altrimenti costoro si annoiano mortalmente. Ecco perché ho voluto tentare un lavoro differenziato per livelli. Ora vediamo come andrà coi verbi! </p><p><br /></p><p> </p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-59063277459857918712021-09-19T13:31:00.001-07:002021-09-19T13:31:10.029-07:00PRIME LEZIONI DI LATINO GIOCANDO CON LA LINGUA<p>Ho una prima del Liceo delle Scienze Umane in cui insegno latino. Felicissima, perché anche quest'anno posso sperimentare. Parto dal presupposto che i ragazzi arrivano al liceo pieni di pregiudizi su questa lingua, che immaginano particolarmente ostica e noiosa. E ovviamente inutile.</p><p>Ormai si legge un po' ovunque il discorso che il latino sta morendo, che bisogna innovare la didattica, che il metodo tradizionale non è più adeguato ("O tempora o mores!"). Se ciò sembra chiarissimo per i docenti universitari che scrivono queste cose (recentemente per esempio ho letto le riflessioni condivisibilissime di A. Balbo su Accademia.edu e le interessanti proposte di altri docenti in <a href="https://radicidigitali.eu/2020/04/17/insegnando-si-impara-il-metodo-orberg-e-la-didattica-del-latino/" target="_blank">questo articolo</a>), io tuttavia mi trovo a constatare con una certa amarezza che a scuola non si muove una foglia. The wind of change is out of here. Immobilismo, se non vero e proprio astio verso ogni tentativo di cambiamento rispetto alla solita impostazione didattica. Per il quieto vivere meglio non nominare neppure il metodo natura!</p><p>In questo clima, io cerco nel mio piccolo, lavorando con gli strumenti "tradizionali", di costruire nelle mie classi lezioni un po' diverse. Qui riporto le prime due.</p><p>LEZIONE UNO </p><p>Entro in classe, dico che adesso rifarò l'ingresso parlando sempre in latino per alcuni minuti, quindi niente paura! Li avviso che io mi rivolgerò loro con "Salvete, discipulae ac discipuli!" e loro dovranno semplicemente rispondere con "Salve, magistra!". </p><p>Rifaccio l'entrata, rivolgo il saluto ai ragazzi, loro mi rispondono e tutto fila liscio. Poi comincio a giocare: "Surgite, discipuli!" e poi "Considite, discipuli!". Ripeterò fino alla nausea gli imperativi, così li impareranno senza troppa fatica! </p><p>Quindi dico: </p><p>Ego Angela Pluda sum. Mihi nomen est Angela. Ego magistra sum. Ego linguae Latinae magistra sum. Latinam linguam doceo. </p><p>Scrivo alla lavagna "Ego Angela sum. Mihi nomen est Angela" e anche la domanda che comincio a rivolgere a tutti gli studenti: "Quod nomen tibi est?".</p><p>I ragazzi mi rispondono dapprima guardando i modelli alla lavagna e poi cominciano a memorizzare.</p><p>A questo punto comincio a variare:</p><p>Quis es tu? Esne tu Silvia? </p><p>Varia anche la risposta: "Silvia non sum, sed Sara".</p><p>Poi si passa a "Qui estis vos?" o "Quis est ille?". "Quis es tu? Surge! Quomodo vales? Nunc conside!".</p><p>Insomma, chiamandoli un po' tutti, anche più studenti alla volta, usiamo i pronomi personali soggetto e tutte le voci del verbo essere. A questo punto interrompiamo l'interazione in lingua e scriviamo alla lavagna il prospetto del verbo essere con relativi pronomi. Io ho introdotto subito sia IS/EA (non il neutro: il discorso sul neutro va introdotto con calma in un secondo momento) sia ILLE/ILLA e anche i loro plurali naturalmente. I ragazzi non hanno avuto alcuna difficoltà. Sempre in italiano, ragioniamo sull'uso della particella interrogativa -NE. </p><p>La lezione è stata leggera per i ragazzi ma molto produttiva. Per casa chiedo solo di ripassare e di leggere in italiano la paginetta che sul manuale viene dedicata alla spiegazione del latino come lingua sintetica con casi e declinazioni.</p><p>I ragazzi sono talmente carichi che il giorno dopo, quando li ritrovo per i corridoi, mi salutano con "Salve, magistra" e mi ripetono il verbo essere con tutti i pronomi, già perfettamente imparati.</p><p>LEZIONE DUE</p><p>La metterò in pratica tra qualche giorno. Ho preparato un semplicissimo Powerpoint con alcuni esercizi di ripasso e consolidamento. </p><p>Eccolo qui: </p><p>https://docs.google.com/presentation/d/1Wa8tq2GAS2UqJbfIc_W4vYYhCZhf5NNW/edit?usp=sharing&ouid=110896314052245045289&rtpof=true&sd=true</p><p>Per casa ho pensato di dare un paio di esercizi veloci del manuale sul riconoscimento di soggetto, PV/PN, oggetto, complementi predicativi. Il focus la volta successiva sarà su nominativo e accusativo: farò in parallelo le uscite del nominativo e dell'accusativo sia della prima che della seconda declinazione. Devo parlare poi del genere neutro e pian piano introdurre sia gli aggettivi di I classe (in parallelo ai nomi) sia il genitivo come modificatore del nome. Come testo di partenza userò il fumetto proposto dal manuale, cioè Pepe-Vilardo, <i>Grammatica picta</i>, Einaudi Scuola. </p><p>Ci riaggiorniamo! </p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-89603742798566384752021-09-08T14:15:00.001-07:002021-09-08T14:15:39.314-07:00SPUNTI DI PROGRAMMAZIONE E UN'IDEA PER L'ACCOGLIENZA IN QUINTA LINGUISTICO<p> Quest'anno per italiano avrò una quinta lasciatami in eredità. Naturalmente sono preoccupata, perché i ragazzi dovranno riabituarsi, e in fretta, a un altro metodo e inevitabilmente a un diverso approccio didattico, per quanto io possa sforzarmi di agire in continuità con l'insegnante precedente. </p><p>Per quanto riguarda la storia della letteratura, so che dovrò partire da Manzoni e Leopardi, dunque dovrò prepararmi a tagli e sforbiciate. Gli autori fondamentali saranno:</p><p>POESIA (fino a febbraio):</p><p>- Manzoni (velocemente: i suoi legami col Romanticismo; la questione della lingua; l'idea di storia e letteratura. Testi: qualcosa dell'Adelchi e vediamo se il 5 maggio o Marzo 1821)</p><p>- Leopardi: bene</p><p>- Decadentismo: i poeti maledetti francesi, Pascoli, D'annunzio e le Avanguardie + cenni a Crepuscolari, Vociani etc.... Qui vedrei bene un percorso sul periodo e la crisi dell'intellettuale e il suo modo di porsi di fronte alla nuova società borghese e di massa; approfondimento sulla lingua di D'Annunzio</p><p>- Ungaretti (con focus sull'analisi del testo poetico: i testi brevi e pieni di immagini di Ungaretti sono una bella palestra e per altro piacciono molto; da far vedere anche il documentario sulla figura di Ungaretti realizzato dalla RAI, che mostra anche i suoi contatti con molti intellettuali del tempo)</p><p>- Montale: bene ---> legame con Dante (lettura di alcuni canti del Paradiso)</p><p>- poesie a scelta di Saba, Quasimodo, Pavese, Caproni, Luzi, Pasolini, Cucchi, Magrelli, Merini, Rosselli, Cappello...: l'idea è di lasciare la scelta ai ragazzi e che ciascuno proponga un approfondimento e una rosa di poesie alla classe</p><p><br /></p><p>PROSA (da marzo a maggio):</p><p>- Tendenze di fine Ottocento e quindi Naturalismo e Verismo; Verga veloce con focus su alcune novelle</p><p>- Pirandello: bene</p><p>- Svevo: focus sulla <i>Coscienza di Zeno</i></p><p>- Lettura integrale a scelta di un romanzo (anche in piccoli circoli di lettura) di Levi, Sciascia, Pavese, Fenoglio, Pasolini, Silone, Calvino, Cassola, Morante etc. con restituzione alla classe</p><p>Tutti i testi scelti dei vari autori saranno letti insieme in classe e preceduti e seguiti da attività di scrittura e discussione per favorire la sintonizzazione con questi stessi testi da parte dei ragazzi. </p><p>Mi piacerebbe anche anticipare certi autori più recenti creando percorsi e collegamenti con gli autori che si affrontano nella prima parte dell'anno. Per esempio Manzoni/Vassalli o Pascoli/Pasolini oppure un percorso sull'uomo e la macchina (in senso lato) che può partire dal Futurismo (e in un certo senso anche da Leopardi e da Verga che criticano il progresso), passare per Pirandello, Svevo (il finale della <i>Coscienza</i>) e arrivare a collegare Orwell, <i>Livello 7 </i>di Roshwald e il recente <i>Liberamente Veronica </i>di Murraca sulla schiavitù dal cellulare. In particolare ho pensato di leggere in classe <i>I quaderni di Serafino Gubbio operatore </i>di Pirandello, di cui ho scoperto la bellezza grazie a una mia collega, perché è ricchissimo di spunti e permette tante connessioni (naturalmente in ottica RWW). Questo percorso sul legame tra uomo e macchina può aprire approfondimenti sulle dipendenze dalla tecnologia e dunque si può sfruttare per la scrittura di testi argomentativi e per dibattiti in classe. </p><p>Altra idea che mi è venuta in mente è quella di accordarmi con il mio collega di Storia e Filosofia per approfondire la questione mediorientale e leggere in classe ampi stralci di G. Strada, <i>Pappagalli verdi</i>, offrendo poi suggerimenti per l'approfondimento e consigli di lettura di opere di narrativa su questioni di attualità (in base all'interesse personale). Ciò darebbe adito ad attività di lettura e scrittura insieme, con una raccolta di riflessioni e materiale preparatorio per il tema in classe (che non si può svolgere in maniera canonica tipo scrittura estemporanea per 3 ore in classe, cosa che vedo invece più fattibile per attività di analisi del testo di tipologia A).</p><p>Questa l'impostazione che vorrei dare alla letteratura in quinta: una comunità di lettori che leggono insieme e/o per conto loro e che si confrontano, scrivono su ciò che leggono e approfondiscono in base ai propri interessi personali, in un percorso di crescita in cui ci si alimenta culturalmente a vicenda. La carne al fuoco è davvero tanta, ma tagli e aggiustamenti li farò quando capirò che classe avrò di fronte. Relativamente alla metodologia didattica, mi ispirerò ai principi del Reading and Writing Workshop, tenendo però conto che dovrò adottare soluzioni di compromesso dovute al tipo di scuola e alla classe quinta che non posso sconvolgere più di tanto. I primi giorni di scuola, tuttavia, mi potrò permettere qualche lusso in più anche perché devo conoscere questi ragazzi e farmi conoscere! Dunque ho pensato ad un'attività di accoglienza attraverso l'albo illustrato <i>Il buon viaggio </i>di B. Masini e G. De Conno.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://img.libraccio.it/images/9788869450495_0_500_0_75.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="502" data-original-width="500" height="502" src="https://img.libraccio.it/images/9788869450495_0_500_0_75.jpg" width="500" /></a></div><br /><p>Dopo averlo letto e proiettato in classe, darò (idea che mi deriva dalla recente lettura del libro di Sabina Minuto ed Elisa Goninelli, <i>Lettori e scrittori crescono</i>, Pearson Ed.) questa consegna: "Scegli un oggetto disegnato nel libro e una parola o una frase che ti abbiano colpito, che parlino di te, che ti chiamino in causa e scrivi a partire da quell'oggetto e/o da quella parola o frase tutto ciò che ti viene in mente (riflessioni, domande, considerazioni su di te e sulla tua vita etc...) per tre minuti consecutivi. Non badare alla forma, ma preoccupati solo di buttar giù idee e riflessioni. Stai tranquillo/a: non è un testo finito, quanto piuttosto una forma grezza di scrittura che nessuno andrà a leggere e correggere". A questo punto come esempio leggerei ciò che ho scritto io.</p><p>Dopo i tre minuti, altra consegna: "Ora rivedi quanto hai scritto e sottolinea la frase o la parola che ti ispira altre riflessioni, quindi scrivi per altri due minuti". Anche qui presenterei il mio lavoro per far da modello di scrittura. </p><p>A questo punto lascerei spazio alla condivisione (solo chi vorrà naturalmente). Da qui poi racconterei il mio approccio alla scrittura (fondamentale il taccuino, anche se non credo che lo chiamerò con questo nome davanti agli studenti; quindi il passaggio dalla forma grezza al testo finito) e alla letteratura, ricordando che cercheremo di studiare non (solo) LA letteratura, ma soprattutto CON la letteratura, per dirla come F. Batini. Da qui in poi ci metteremo in viaggio insieme e da qualche parte arriveremo! </p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-13025018481758557952021-06-29T07:23:00.000-07:002021-09-08T09:09:32.374-07:00Latino sperimentale<p> Come ogni fine anno, è tempo di tirare le somme, anche con l'aiuto del riscontro dei ragazzi. Devo dire che sono particolarmente soddisfatta della sperimentazione in Latino nelle seconde del liceo linguistico, dove avevo a disposizione solo 2 ore a settimana e con la prospettiva dell'interruzione dello studio della disciplina al termine del secondo anno.</p><p>Anziché proporre le lezioncine poco motivanti di grammatica, ho scelto di leggere un testo in classe come base per recuperare poi alcune regole morfosintattiche. Come testo ho scelto "Cloelia puella Romana" (si trova in un attimo il pdf su Google) ma comunque ce ne sono tanti altri reperibili anche in internet (consiglio il sito di Vivarium Novum, una miniera d'oro: qui per esempio c'è un elenco di testi molto utili per lavorare in classe https://vivariumnovum.it/risorse-didattiche/pratica-didattica/libri-scolastici ).</p><p>Ho scelto Cloelia perché mi consentiva di lavorare sulle leggende legate al mos maiorum, visto che nel testo di parla non solo di Clelia, ma anche di Lucrezia con la cacciata di Tarquinio il Superbo, di Muzio Scevola, di Porsenna... </p><p>Il testo è molto ripetitivo, ma questo non annoia i ragazzi, che si ritrovano frasi e parole familiari in contesti nuovi in cui devono capire come procede la storia. Queste parole poi le imparano a forza di sentirle, senza troppo sforzo. Certo, non è un bel latino, ma neanche le frasette sul manuale sono un granché, oltre ad essere poco motivanti...</p><p>Il lavoro che ho svolto è stato questo: sono partita dai prerequisiti, cioè il consolidamento delle prime due declinazioni e dei verbi (presente e imperfetto indicativi più verbo essere), oltre che delle frasi causali e temporali con l'indicativo. Poi leggevo ad alta voce il testo in classe e lo facevo manipolare ai ragazzi tramite domande (da creare o a cui rispondere), interviste ai personaggi, cloze e completamenti vari. Pian piano ho chiesto anche riassunti del capitolo (anche collettivi o a piccoli gruppi) e brani dall'italiano al latino e viceversa con strutture e termini incontrati nel testo. Altro esercizio che funzionava era partire da un'immagine che trovavo in internet (per esempio su Muzio Scevola o l'impresa di Orazio Coclite) e la facevo descrivere. </p><p>Quando abbiamo incontrato argomenti morfosintattici che decidevo di far studiare, li recuperavamo sul manuale in uso e per casa potevo assegnare qualche esercizio lì sopra a cui aggiungevo esercizi interattivi trovati on line, apprezzati molto dai ragazzi. </p><p>In questo modo abbiamo studiato (pian piano) le declinazioni, tutto l'indicativo, le frasi interrogative dirette, aggettivi e pronomi (quelli più frequenti), le frasi infinitive. L'attenzione non era focalizzata sull' errore, ma sulla motivazione a comprendere e poi a produrre in diversi modi frasi latine; la traduzione era lo step finale. </p><p>La memorizzazione delle uscite di nomi, pronomi etc è avvenuta in itinere, quasi in modo naturale, senza grossi sforzi. E se qualche studente non ricordava le uscite, non veniva crocifisso ma era invitato a consultare le tabelle grammaticali, però poi nelle lezioni successive veniva richiamato e doveva dimostrare di aver memorizzato quanto richiesto, un po' per volta. La sufficienza era garantita a chi comprendeva il testo e sapeva rispondere alle domande di compagni e insegnante (in latino e in italiano) sulla storia, con l'utilizzo di un minimo di vocabolario e di strutture di base. Molti studenti hanno raggiunto l'eccellenza perché avevano interiorizzato regole morfosintattiche e costrutti e le sapevano utilizzare per la produzione orale e scritta in latino. </p><p>Fondamentale è cercare di variare quanto più possibile le richieste utilizzando anche il gioco e le sfide in classe. I ragazzi mi hanno confessato che alla fine hanno imparato il latino (almeno quello di base) senza accorgersene! Ovviamente il lavoro di gruppo è fondamentale, sia con gruppi omogenei che eterogenei per livello al loro interno, a seconda dello scopo (il ripasso si presta a gruppi eterogenei così chi ha capito può essere utile a chi ha idee ancora poco chiare, in una logica di tutoraggio tra pari; i gruppi con membri di pari livello li ho creati quando volevo assegnare compiti di difficoltà diverse di modo che la sfida fosse stimolante e alla portata di tutti coloro a cui la proponevo). </p><p>C'erano dei ragazzi che facevano più fatica, ed erano quelli senza basi grammaticali. Difficile attuare una didattica induttiva se non si sa riconoscere il soggetto in una frase! Perciò credo che in una prima, per esempio, si debba sostare molto su questi aspetti basilari. Nelle due classi che ho seguito, su una quarantina di alunni erano soltanto due o tre che avevano questo tipo di difficoltà e che ovviamente erano fragili anche nelle lingue straniere. </p><p>A fine anno posso dire che questo modo di procedere abbia funzionato: i ragazzi hanno apprezzato molto il fatto di poter seguire una storia che li ha incuriositi; il carico di lavoro era proporzionato alle 2 ore settimanali; le lezioni erano varie e per lo più piacevoli. Si è coniugata la grammatica con la civiltà, con in aggiunta approfondimenti di tipo lessicale (partendo dall'etimologia e vedendo gli esiti delle parole latine in italiano e nelle altre lingue). Gli alunni mi hanno confidato che affrontavano il latino senza ansia e che comunque sentivano di imparare (con esiti diversi, certo, in base a impegno e inclinazioni). Alcuni lasciavano il latino con dispiacere (almeno così hanno dichiarato). </p><p>Finisco dicendo una cosa per me importantissima: anch'io come insegnante mi sono divertita molto, nonostante lo sforzo di preparare praticamente tutti i materiali per le lezioni! </p><p><br /></p>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-91918675586732332492020-12-30T13:53:00.003-08:002020-12-30T14:40:40.061-08:00DAD: CHE COSA VA SALVATO E CHE COSA VA CAMBIATO30 dicembre 2020. Tempo di speranze e buoni propositi. Speranze relative alla scomparsa graduale del Covid ovunque e soprattutto a scuola; buoni propositi relativi agli errori da evitare, alle nuove idee da sperimentare. Nella mia riflessione mi ha aiutato molto un articolo di Pietro Alotto (leggibile <a href="https://pietroalotto.com/2020/12/06/cosa-possiamo-imparare-dalle-criticita-della-dad/" target="_blank">qui</a>), oltre ovviamente all'esperienza diretta. <div> PARS DESTRUENS </div><div> - Folle per gli alunni e gli insegnanti stare incollati al pc tutta la mattina (nella mia scuola si parla di 4 o 5 ore, a volte 6, tutti i giorni, dal lunedì al sabato); le pause da 15 minuti ogni ora non sono risolutive. Bisogna poi aggiungere che i "compiti" che assegniamo in asincrono sono da svolgere al pc e da caricare su Classroom, quindi altre ore passate a pc da aggiungere al computo (per i docenti queste ore sono peraltro incalcolabili); </div><div>- La scuola in presenza così come è tradizionalmente organizzata ha le sue pecche, figuriamoci la sua trasposizione in modalità DAD: un fallimento, perché gli alunni "bravi", autonomi, responsabili seguono lo stesso, magari facendo un po' più di fatica e senza l'alleggerimento dato dallo stare in mezzo agli altri, mentre chi è più dispersivo o meno motivato si smarrisce ancor di più nella scuola digitale (ha più strumenti per marinare le lezioni, può copiare alla grande etc...); </div><div>- Ecco, parliamo di valutazione: il mondo delle verifiche canoniche e, parzialmente, delle interrogazioni subisce sabotaggi continui, e i docenti sono disarmati di fronte a questi attacchi. Certo, qualche soluzione più valida di altre c'è, ma non esiste la certezza che i nostri alunni abbiano svolto in completa autonomia quiz, test, verifiche che abbiamo loro propinato tramite Google Form, Kahoot, Socrative o simili;</div><div>- Questione "comunicazione": da una parte sempre mediata da uno schermo, dall'altra ipertrofica (registro di classe, chat di Classroom, gruppi Whatsapp, messaggi privati legati ai compiti assegnati in piattaforma, email istituzionali, colloqui individuali su Meet...), cioè insostenibile per il docente e dispersiva per l'allievo, che ha la costante paura (quello responsabile, eh?) di essersi perso qualcosa da qualche parte; </div><div>- per quanto riguarda le mie discipline specifiche: se si esula dalla lezione frontale, a volte assai complicata ("Prof, l'abbiamo persa!", "Ragazzi, mi sentite?" etc...), non ci sono molte alternative attuabili: i lavori di gruppo sono fattibili, ma di gestione assai complicata, la Flipped Classroom funziona in alcune classi (quelle con gli alunni diligenti) e forse meglio con alcune discipline, mentre per esempio con l'italiano un po' meno: leggere insieme i testi con i cuori vibranti all'unisono è magico, assegnare le letture autonome per casa o i video con la spiegazione delle stesse è freddo, a volte difficile, asettico, quindi controproducente. Della valutazione ho già parlato: le versioni di latino o le interrogazioni sui verbi a memoria sono una farsa; i temi di italiano facilmente copiabili da internet o come minimo svolti in maniera collaborativa. </div><div><br /></div><div> ERRORI CHE HO COMMESSO O CHE HO RISCHIATO DI COMMETTERE: </div><div>- lezioni basate sull'ascolto dell'insegnante: dopo un po', poi con la connessione che va e che viene, diventano insostenibili anche per gli alunni dotati delle migliori intenzioni (e poi a casa ci sono mille distrazioni, si sa); </div><div>- Troppe, davvero TROPPE VERIFICHE: l'ansia di avere un numero CONGRUO di voti gioca brutti scherzi. Ma la scuola non può ridursi a uno squallido verifichicio... </div><div>- trasformazione della scuola in modalità H24, sia per gli insegnanti che per gli alunni (tanto non hanno altro da fare, no?);
- utilizzo di modalità di valutazione solo FINALI, sommative, molto incentrate su conoscenze e abilità, poco sulle competenze; </div><div>- LOTTA IMPARI CONTRO INTERNET E I METODI "COLLABORATIVI" degli studenti: non è che forse sia il caso di accettare che queste cose esistano e di progettare dunque attività che le contemplino anziché inevitabilmente soccombere? </div><div><br /></div><div> CHE COSA HO INDOVINATO, INVECE? </div><div>- Lavori di gruppo in Meet: per gestirli dopo ogni lezione perdevo anni di vita, ma con risultati apprezzabili! Ho imparato ad aprire più stanze di Meet alle quali si collegavano gli alunni divisi in gruppi. Il meccanismo funziona meglio se le attività da svolgere in gruppo sono veloci e poi prevedono una restituzione finale nella "stanza madre" della lezione. Io, però, non sono un'esperta di sintesi, quindi spesso non riuscivo nella stessa lezione (della durata di 45 minuti) a dare le indicazioni, lasciare il tempo necessario per l'attività e poi finire la condivisione in plenaria. Comunque questa si piò lasciare anche alla lezione successiva, o, meglio, si può prevedere una parte di gruppo che poi vada conclusa singolarmente a casa con restituzione su Classroom; </div><div>- Azioni di tutoraggio tra pari: ho sfruttato il sistema delle diverse stanze su Meet anche per attività di recupero attraverso il cosiddetto "peer tutoring". Ai ragazzi è piaciuto, e c'è da dire che laddove non funzionasse Meet i ragazzi potevano sopperire utilizzando Whatsapp, chiamate etc... </div><div>- Apertura delle lezioni tramite brevi video introduttivi (da guardare anche per casa: ma devono essere di pochi minuti, altrimenti non c'è speranza) tramite cui poi far fare lettura selettiva sul manuale per visualizzare i concetti chiave di un evento o di un autore o di un periodo storico; </div><div>- Creazione o reperimento di brevi video mirati su un aspetto specifico (per esempio di grammatica latina) per poi far svolgere degli esercizi in modalità autocorrettiva (con soluzione fornita subito dopo);</div><div>- Utilizzo di esercizi on line interattivi con soluzione immediata sia per il ripasso che per il recupero (in latino ne ho trovati alcuni su declinazioni e coniugazioni verbali); </div><div>- Lezioni molto operative: brainstorming per il ripasso (Es.: "Ognuno di voi mi dica una parola o un concetto chiave sul Decadentismo"), caccia al tesoro (Es.: "A gruppi, trovate le risposte a queste domande tratte dal capitolo 4 di storia: vince il gruppo che fa prima e risponde correttamente": non si imbosca nessuno, credetemi!), dibattiti, condivisioni sulla propria interpretazione di una poesia letta insieme, reading teatrali dove confluiva il lavoro di diversi gruppi... </div><div>- Per la valutazione: creazione di quiz molto veloci in Google Moduli (diverse versioni della verifica, domande somministrate in ordine casuale, tempo per la consegna ridotto); conversazioni di gruppo a partire da temi di ampio respiro; prodotti di gruppo (ad esempio mappe concettuali di storia o powerpoint da presentare a lezione) con il supporto di un diario o portfolio narrativo dove i singoli alunni possano tener traccia dell'esperienza vissuta, delle emozioni provate, delle riflessioni sorte anche in chiave autovalutativa. </div><div><br /></div><div> QUANDO L'INCUBO DELLA DAD SARA' FINITO, CHE COSA SI POTRA' SALVARE? (PARS CONSTRUENS) </div><div>Perché ci sarà pur qualcosa da salvare, no? Innanzitutto parto dalla mia idea di scuola ideale in presenza: non una didattica "a ore", ma un luogo dove si possa dar vita a progetti culturali importanti attraverso l'interconnessione tra diverse discipline, il lavoro collaborativo (che deve essere sentito come significativo) e la ricaduta all'esterno dell'Istituto. Non riesco ad immaginare come tutto ciò si possa attuare nella logica delle 18 ore a insegnante con classi "pollaio" divise con l'unico criterio dell'età, ma, dopo anni che insegno e mi interrogo su ciò che combino, ormai <i>so</i> che la "scuola-spezzatino" sul modello esclusivo spiegazione/verifica non può funzionare. Certo, i "bravi" ("bravi" a far che, poi? A capire che cosa richiede l'insegnante e ad eseguire ordini? Questo basta ancora nel mondo là fuori??) possono continuare a starci in un sistema così, chi ha talento magari riesce lo stesso a non perdersi, spesso contando su quello che può trovare AL DI FUORI della mera offerta scolastica. MA GLI ALTRI?? TUTTI INDEGNI?? TUTTI FANNULLONI?? Mah... </div><div><br /></div><div> In attesa che il mio sogno diventi realtà, intanto penso a come rendere il mio piccolo mondo (le mie 4 ore di italiano o le mie 2 o 3 ore di latino o geostoria) un mondo migliore. Che vuol dire per me migliore? Direi in primis MOTIVANTE, ma anche EFFICACE (voglio che i miei alunni sentano che nelle mie lezioni qualcosa si impara!), mi piacerebbe dire persino INCLUSIVO se non puzzasse troppo di retorica, quindi scelgo il più convincente aggettivo COINVOLGENTE. </div><div> Subito mi balzano in mente le potenzialità dei quiz su Google Moduli, da utilizzare, però, come verifiche formative, cioè, uscendo dal burocratichese, come test per capire nell'immediato se gli alunni stanno seguendo, se stanno capendo e imparando (per esempio le strutture morfosintattiche latine). Quindi niente voto ma correzione (e autocorrezione) immediata. Alla fine del mese (o del bimestre) si vedono tutti insieme i punteggi del quiz e si dà un'unica valutazione (nella quale si tenga conto anche delle capacità di reazione di fronte a un fallimento, della costanza o meno dello studio, della curva di apprendimento in crescita o decrescita). </div><div>Un altro ingrediente da salvare è la laboratorialità, anche sfruttando Classroom (ormai che abbiamo imparato ad usarlo...) e capovolgendo, quando serve, la classe, per esempio chiedendo di vedere dei video e di discuterne a gruppi allo scopo di produrre insieme qualcosa (rispondere a delle domande? Dare una risposta di gruppo a un quesito aperto?). Trovo sia imprescindibile la modalità del laboratorio con i temi di italiano: non ci si può fermare ai temi canonici come uniche occasioni di scrittura supervisionata dal docente... Ho in mente di continuare a creare "Lavori del corso" in Classroom su piccoli scritti mirati (così sono anche veloci da correggere) e/o magari di chiedere ai singoli alunni di creare una cartella condivisa con me delle loro produzioni (anche scrittura libera) per applicare con organicità le strategie del Reading and Writing Workshop (rimando al sito https://www.italianwritingteachers.it e al blog di Sabina Minuto: https://sabinaminuto.wordpress.com/).
</div><div>Per quanto riguarda lo studio della letteratura (e in particolare della poesia), rifarei anche attività come "Adotta una poesia di..." o "Riscrivi in chiave moderna la poesia di..." con l'invito agli alunni di lasciarsi andare con i testi poetici, di far sì che essi parlino a loro in questo momento. Oltre allo studio rigoroso della "storia" della letteratura, del contesto socio-culturale e quant'altro, deve esserci un dialogo tra il testo poetico x e il neolettore, perché è in ragione di tale dialogo che quella poesia è stata letta e riletta salvandosi dall'oblio. E secondo me il docente deve porre (e far porre agli studenti) domande aperte sui testi, non solo quesiti chiusi di cui sa già la risposta. Lo ricordo più che altro a me stessa perché spesso me ne dimentico e magari costruisco fantasmagoriche attività dove, stringi stringi, voglio che gli studenti arrivino a dire quello che ho già pensato io (o il critico tal dei tali). Un po' va bene (non è che un testo possa dire tutto e il contrario di tutto), ma in letteratura qualche deviazione è accettabile (purché ogni ipotesi sia costruita sul testo). </div><div>Auguro poi a me stessa di trovare finalmente una maniera sostenibile (per me e per i ragazzi) di valutare e infine voglio annotarmi la necessità di inventare attività complesse da far svolgere a gruppi dove "copiare" dagli altri o da internet diventi un passaggio obbligato per riuscire a portare a termine il compito, evitando però che tutto si esaurisca in un copia-incolla. Potrebbe essere, per esempio per italiano, un lavoro di sintesi a partire dall'analisi di documenti nuovi oppure il confronto tra due testi appartenenti a una corrente o a un periodo storico studiati; o ancora la presentazione alla classe di un movimento letterario attraverso la lettura di alcuni testi e utilizzando come mediatore didattico una mappa concettuale... Per latino si potrebbe optare per la traduzione di un testo complesso parzialmente rielaborato (passi d'autore tali e quali si possono copincollare da internet) oppure per la rielaborazione linguistica di un testo dato insieme alla traduzione (quindi chiedendo di inventare nuove frasi con il lessico a disposizione nella versione oppure di trasformare i tempi verbali o la sintassi...). Anche una ricerca di tipo lessicale può essere interessante (quali sono i modi per tradurre una certa parola? Perché l'autore ha usato proprio quella e non le altre?). Trovo poi sempre un esercizio meraviglioso la traduzione contrastiva. </div><div>Concludo dicendo che secondo me l'attività più preziosa di tutte (anche in termini di piacere di apprendere e costruzione di relazioni significative) resta il teatro (dal semplice roleplay alla messa in scena di un'opera anche in forma ridotta). </div><div>Sento di avere ancora molto da riflettere sulla valutazione, ma per ora è tutto! Chissà che il 2021 mi porti consiglio...</div>Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-45856652745286848502020-09-09T15:26:00.000-07:002020-09-09T15:26:34.368-07:00Dante in classe<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Trovo molto difficile proporre Dante in modo convincente al liceo. Quando insegnavo alle medie non avevo problemi: i ragazzini non vedevano l'ora di affrontare Dante, avevano aspettative altissime; poi alle medie si fa di solito qualche passo dell'Inferno e poi si lavora su qualche idea di scrittura creativa.<br />
Alle superiori ovviamente bisogna approfondire e leggere di più e anche da Purgatorio e Paradiso, forse meno avvincenti dell'Inferno per un adolescente. La Commedia va introdotta alla luce del percorso che Dante ha fatto fin lì partendo dalla Vita Nova (o Nuova? Alla Ssis col mitico professor Costantini ci siamo interrogati sulla correttezza o meno del dittongamento) e passando per Convivio e De vulgari eloquentia; poi bisogna lavorare su analisi retorica del testo (almeno il concetto di allegoria ecco...) e analisi linguistica (con Dante si fa anche un po' di attenzione a lessico e sintassi). In tutto questo non dimentichiamoci della narrazione, delle storie dei personaggi, del significato delle similitudini e delle complesse indicazioni astronomiche etc...<br />
Quando apriamo un'edizione a caso della Commedia, quel che ci colpisce è quasi sempre la preponderanza delle note rispetto ai versi danteschi. Quel colpo d'occhio spesso basta per allontanare i ragazzi dalla fatica dell'impresa.<br />
Quindi come affrontare Dante in modo rigoroso ma appassionante?<br />
Io ho percorso finora due vie: quella della drammatizzazione e quella dell'attualizzazione.</div>
Drammatizzazione: studio a memoria di alcuni passi dell'opera (in terza avevo scelto l'intero canto terzo dell'Inferno) e sfida di recitazione a gruppi. Naturalmente questa soluzione, dapprima contestata dai miei ragazzi e poi apprezzata, insiste molto sulla musicalità del testo, sulle figure retoriche, in particolare quelle di suono e quelle a sostegno dell'immaginazione (similitudini, metafore, allegorie) e permette di lavorare sulla comprensione profonda (lettura e recitazione si fanno bene se il testo si è capito bene). Per alleggerire il lavoro, è bene dare la parafrasi di massima e/o la sintesi dei contenuti. Grazie a questi strumenti i ragazzi guardano al testo in modo più fiducioso e si lasciano poi trasportare dalle parole...
L'attualizzazione consente invece di lavorare sugli interrogativi che ancora oggi il testo dantesco ci pone: lavorando sul Purgatorio, in quarta io e i ragazzi ci siamo interrogati sul concetto di libertà (che poi abbiamo collegato ad Alfieri e Foscolo) e di felicità. Nella pratica leggevamo (e ascoltavamo) un canto o un passo particolare, cercavamo di coglierne il significato e poi partivamo con le connessioni al noi e all'oggi.
Nella mia ormai non trascurabile esperienza di insegnamento ho capito che perché una lezione resti serve chiamare in causa le emozioni e rendere gli studenti operativi. In terza, dopo la memorizzazione del terzo canto dell'Inferno abbiamo lavorato a gruppi, ciascuno dei quali doveva preparare un canto per i compagni e cioè imparare a memoria dei passi significativi (qualche gruppo aveva imparato tutto il canto e lo aveva recitato alla classe), spiegarne il contenuto con un'analisi stilistica di massima e poi proporre ai compagni un gioco per la fissazione dei concetti (e qui si erano sbizzarriti!).
Ecco, altro alleato imprescindibile: il gioco, il coinvolgimento di tutti.
Come fare in regime di Didattica Digitale Integrata? Il gioco si può fare tramite le numerose applicazioni che gli stessi studenti conoscono; la lettura si può chiedere tramite registrazione audio /video magari per realizzare un'unica grande lettura collettiva (ho fatto così con Foscolo l'anno scorso, sia per l'Ortis che per i Sepolcri) e l'attualizzazione si può chiedere in modalità sincrona come forma di condivisione di osservazioni dopo la visione di una video lezione...
Altre idee? Per esempio la realizzazione di un prodotto (multimediale o meno) come compito autentico.
Poi ovviamente contano tanto la passione e l'entusiasmo del docente!
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-17125317717078002912020-04-02T10:40:00.000-07:002020-04-02T10:40:59.916-07:00Latine... Virtualiter loquamur!!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Doverosa la premessa che segue: sono fortunata. Da un paio di anni collaboro con un collega che attualmente mi affianca come insegnante di sostegno, ma in realtà è un filosofo e per di più appassionato di sperimentazione didattica, come me. Perciò noi ci sentiamo quotidianamente, facciamo il punto su ciò che ha funzionato e cosa no in classe, e da qui partiamo per inventarci qualcosa che sia il più possibile efficace. Un'altra cosa per cui non lo ringrazierò mai abbastanza è il suo essere molto critico: non mi fa sconti, se qualcosa non funziona lo dice e poi ci lavoriamo insieme (lui non si tira mai indietro, anzi, sprona me quando mi faccio prendere dal panico causa percezione di inadeguatezza rispetto ai canoni dell'insegnante tradizionale, ahimè imperanti alla scuola superiore).<br />
Questa collaborazione è quanto mai prolifica anche ora che stiamo vivendo la tanto vituperata didattica a distanza. E posso contare su di lui sia per italiano che per latino nella classe quarta dove solitamente siamo in compresenza per molte ore.<br />
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E veniamo alle attività proposte a distanza per Latino.<br />
Ancora in tempi non sospetti a lui era venuto in mente di caricare sul suo canale Youtube un video per il ripasso delle infinitive latine (eccolo <a href="https://youtu.be/5KcdOuntPq4" target="_blank">qui</a>) con un'introduzione teorica e poi degli esercizi da svolgere in modalità stop & go: viene proposta una frase, si invita lo studente a stoppare il video e a tradurla (dall'italiano al latino soprattutto) e poi a riazionare il video per controllare la traduzione.<br />
Ecco che questo vecchio video è diventato un compito in Classroom per i miei alunni di terza e quarta ed è piaciuto così tanto ai ragazzi che ne abbiamo messo a punto un altro sulle infinitive passive e tra poco ne faremo altri ancora! Il compito su Classroom consiste nello svolgere gli esercizi del video sul quaderno o su un file e consegnare a me l'autocorrezione in rosso e un commento finale di monitoraggio dell'apprendimento. Da lì parto per inviare ulteriori spiegazioni e chiarimenti. Un successone! Grazie, collega Ivano!<br />
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In terza scientifico sto anche lavorando su Cesare: ho diviso la classe in gruppi omogenei al loro interno per livello; per ciascuno dei gruppi ho creato un file condiviso in Drive con un'attività specifica da svolgere commisurata al livello del gruppo. Si tratta di versioni di Cesare (o rielaborate a a partire da Cesare) da tradurre e commentare oppure di traduzioni da completare o da correggere etc... Ogni gruppo deve anche creare con il lessico del testo fornito delle nuove frasi tramite cui esercitare alcuni costrutti sintattici affrontati. Nelle attività ci sono anche domande di precomprensione in latino, richieste di analisi del testo, ricerche sui personaggi nominati nei testi etc...<br />
I gruppi hanno lavorato assieme per svolgere gli esercizi (ognuno scriveva con un colore identificativo diverso) e poi io ho corretto o a volte solo segnalato gli errori. Ora nella videoconferenza settimanale i gruppi presenteranno uno alla volta i loro testi e sottoporranno ai compagni le loro frasi. Poi, dopo la presentazione, dovranno inventare un quiz o un gioco per verificare che i compagni abbiano capito e appreso i concetti chiave.<br />
Tutto questo lavoro sarà oggetto di valutazione. Certo non potrò sottoporre ai ragazzi la canonica versione: non ha senso adesso (copiano, si fanno aiutare etc...).<br />
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In quarta ho proposto invece una videolezione in latino con una semplice spiegazione della vita di Virgilio (ho utilizzato uno dei libretti editi da Vivarium Novum) e ora sto pensando di partire dalla storia di Orfeo ed Euridice semplificata (la classe è molto debole in grammatica) per poi approdare all'originale virgiliano.<br />
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Sia alla terza che alla quarta ho infine girato un mio video che ho intitolato "Odi et amo coronavirus" e ho chiesto ai ragazzi di rispondermi sempre in latino con un audio o video. È un modo per farli parlare di ciò che ci sta capitando, ma con lo sforzo di utilizzare il latino. Alcuni hanno colto l'intento giocoso, altri hanno colto la palla al balzo per comunicare tutto il loro disagio, altri ancora devono ancora cimentarsi, ma l'ho concepito come un compito aperto, senza scadenza.<br />
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Concludo raccontando quel che sto facendo con la prima linguistico, in cui cerco di attuare a partire da qualche testo decente del manuale (supertradizionale) una didattica di tipo laboratoriale ispirata al latino vivo. Ora che ci sentiamo solo virtualmente, sto proponendo agli alunni capitolo per capitolo un testo semplificato su Orfeo ed Euridice (è un'edizione statunitense che si chiama<i> Eurydice. Fabula amoris</i>), che mi permette di raccontare la storia tratta da Virgilio e di lavorare su alcuni aspetti grammaticali che si incontrano nel testo (terza declinazione; il perfetto). Poi allego alla videolezione in latino degli esercizi sul modello dei Pensa di <i>Familia Romana</i> ed. Vivarium Novum. E dopo qualche giorno preparo video con il correttore.<br />
Con una videoconferenza settimanale posso ritornare su alcuni concetti, chiarire dubbi etc...<br />
Certo, devo preparare io tutto il materiale, ma mi diverto molto! E mi risulta che anche i ragazzi apprezzino...<br />
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È molto difficile far presa sui ragazzi con il latino. Sempre. Figuriamoci ora! Ma lavorando in modalità di gruppo e con attività molto semplici in autovalutazione mi sembra che tutti ci stiano provando.<br />
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Qui finisce il mio resoconto. Sono disponibile a passare i miei materiali a chiunque lo desideri e a ragionare insieme su queste e altre attività! Grazie e a presto con qualche idea di Geostoria!</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-31400486827858672512020-03-27T17:54:00.001-07:002020-04-02T10:42:51.932-07:00L'italiano a distanza ai tempi del coronavirus<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Come tanti miei colleghi, mi sono impelagata nella famigerata DAD (Didattica a Distanza).<br />
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La mia fortuna è stata che in alcune classi già lavoravo con Drive, perciò ero avvantaggiata.</div>
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Ho colto l'occasione per imparare a usare Classroom, che in realtà sfrutta le potenzialità meravigliose di Drive. Sto organizzando alcune attività che mi stanno dando soddisfazione: le elenco solo per fornire ai miei tre lettori (venticinque sarebbero già tanti!) qualche spunto.</div>
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Oggi racconto ciò che sto proponendo per italiano nella mia seconda articolata (liceo classico più scienze umane) e nella quarta scienze umane.</div>
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In seconda liceo stiamo lavorando sul testo argomentativo. Ancora in classe avevo letto un testo scritto da me dal titolo "I voti vanno eliminati". Testo provocatorio, argomento azzeccato, perché i ragazzi si sono appassionati. Su Drive ho organizzato un confronto di gruppo a partire da una tabella Pro vs Contro. Ognuno si piazzava dove voleva e inseriva un argomento a sostegno della tesi. In internet si cercavano fonti (obbligatoriamente da citare).</div>
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Altro step: temi a gruppi a partire dalla tesi pro o contro, sfruttando il lavoro di ricerca precedente. Qui ho dato lo schema canonico tesi, argomenti, antitesi e confutazione... Ma ho chiesto di lavorare con attenzione su incipit e finale (perché fossero accattivanti ed efficaci) e di pensare a un destinatario ben preciso da convincere. Seguirà un testo scelto da ogni studente con ricerca e scrittura individuale.</div>
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In quarta stiamo anche lì lavorando sull' argomentativo, e in particolare sulla tipologia B della Prima Prova dell'Esame di Stato. Siamo partiti da una traccia uscita l'anno scorso sull'Illusione della conoscenza e su Drive i ragazzi si sono confrontati, hanno lavorato sulla parte di comprensione e hanno creato uno schema ad Y (domande-osservazioni-connessioni) partendo dalla traccia di produzione. Ho chiesto prima di tirar fuori le loro idee e poi di fare ricerca in internet (chissà se mi avranno ascoltato!). Ora devono produrre il proprio testo individuale a partire da quanto emerso nel confronto precedente.</div>
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Altra attività proposta nelle due classi in piattaforma Classroom è stata quella della scrittura sulla lettura, cioè un'annotazione sul libro che si sta leggendo o che si è appena finito. Ora mi ingegnerò con delle recensioni creative...</div>
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Promessi Sposi: propongo audioletture che trovo in rete e sfrutto la piattaforma per l'analisi condivisa. Ho per esempio creato un compito con la funzione "Compito con domanda" con cui ho chiesto a tutti di analizzare il modo di parlare dei personaggi del capitolo 3. Ciascuno postava la sua risposta e poi poteva leggere quelle altrui.</div>
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Altro compito: registrare un vocale (e postarlo in classroom) su una frase ritenuta significativa del capitolo 4 da leggere e commentare sulla base dei concetti chiave illustrati in videolezione. </div>
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Un'altra idea: rivisitazione in chiave moderna del cap. 3 dei Promessi Sposi e in un gruppo da 4 membri realizzare una breve pièce teatrale attraverso vocali da postare su documenti Drive. Un modo per capire se davvero hanno letto il capitolo 3.</div>
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In quarta stiamo lavorando sui tre grandi del Settecento e su Goldoni in particolare: ho condiviso la recitazione da parte di una compagnia teatrale locale della <i>Locandiera </i>e ho chiesto loro di prendere appunti sul quaderno (poi fotografati e caricati in piattaforma) ma anche di discutere su foglio condiviso in Drive riguardo a 5 quesiti complessi (la morale, il ruolo di Mirandolina, la natura dell'amore etc...).</div>
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Per me fondamentale è proporre attività di gruppo per mantenere il contatto e la relazione.</div>
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Concludo con il Dantedì: sempre con la quarta ci siamo organizzati tramite videoconferenza e quindi i ragazzi hanno registrato su Whatsapp dei vocali con ciascuno una terzina circa di Inf. XXVI. Ora stiamo montando gli audio cuciti insieme con dei disegni prodotti da loro e un sottofondo musicale anch'esso creato ad hoc. Spero ne esca qualcosa di carino, ma già sentire tutte le loro voci è stato commovente!</div>
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In un prossimo post racconterò di latino e geostoria.</div>
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Ora chiudo e vado a nanna!</div>
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Grazie per la pazienza di aver letto fin qui. Alla prossima!</div>
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Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-32219804715426042092019-09-10T01:17:00.000-07:002019-09-10T01:18:09.149-07:00BOZZA DI PROGRAMMAZIONE IN QUARTA LICEO SCIENZE UMANE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Dopo una full immersion nel metodo del Reading and Writing Workshop grazie a una forza della natura di nome Loretta De Martin, sono tornata carica di idee per programmare le attività nelle mie classi. Le difficoltà di applicazione del metodo al triennio di un liceo sono non indifferenti. Però mi sono cimentata nell'impresa e, cogliendo gli stimoli di Loretta e i suggerimenti di Stefano Verziaggi, nonché avendo come faro il prezioso esempio di Sabina Minuto, ho prodotto una bozza di programmazione (da lasciar decantare per qualche giorno) per la mia quarta Scienze Umane.<br />
Preciso che, avendo frequentato il corso di dibattito regolamentato con Novella Varisco e volendo portare avanti un progetto d'Istituto, devo inserire anche questa attività.<br />
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Settembre/metà novembre: focus sul READING.<br />
Veloce introduzione a Umanesimo, Rinascimento e Manierismo (non in pura lezione frontale, ma lavorando anche in gruppo su alcuni video e manuale per estrapolare insieme le parole-chiave) e due autori: ARIOSTO (con lettura di ampi stralci dal <i>Furioso </i>raccontato da Calvino), con evoluzione del genere in TASSO (solo Tancredi e Clorinda e qualche passo per far capire le differenze) e MACHIAVELLI, con lettura ad alta voce della <i>Mandragola</i>.<br />
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Si scriverà come attività di sostegno alla lettura e alla comprensione del testo; magari si confronteranno le proprie analisi con qualche pagina critica quindi si lavorerà al commento letterario.<br />
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A fine modulo: tema di tipologia A (che nella parte di commento personale potrebbe arrivare a cucire insieme testi già prodotti sul quaderno). In itinere interrogazioni o valutazioni sugli interventi in classe.<br />
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Metà novembre-dicembre: focus sul WRITING<br />
Testo espositivo e introduzione all'argomentativo (ricerca delle fonti e documentazione; evitare il plagio; struttura dei paragrafi; scopo e destinatario; prendere posizione: costruirsi un'opinione; analizzare un testo argomentativo: struttura e analisi delle prove addotte; evitare le fallacie logiche).<br />
Alla scadenza consegnare un testo espositivo e uno argomentativo.<br />
<br />
A FINE QUADRIMESTRE VOTI: 1 tema abbastanza tradizionale e 1 tema in modalità laboratoriale; 1 interrogazione più valutazione sulla partecipazione alle attività laboratoriali di classe.<br />
<br />
Durante le vacanze di Natale assegnare a scelta una commedia di Goldoni o <i>Vita di Galileo</i> di Brecht da leggere.<br />
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Gennaio: inquadramento di Seicento e Settecento con analisi a gruppi e in plenaria dei testi letti per le vacanze. Leggi qualche stralcio della <i>Vita </i>di Alfieri e di Goldoni; un paio di sonetti di Alfieri.<br />
Alla fine: tema tradizionale di tipologia A<br />
<br />
Febbraio: testo argomentativo e dibattito. Dibatti oralmente e poi fai trascrivere per la valutazione scritta.<br />
<br />
Marzo/metà aprile: Neoclassicismo e Romanticismo; Foscolo (Dei sepolcri e sonetti) e Manzoni (leggi l'Adelchi a voce alta).<br />
Tema di tipologia A / commento letterario<br />
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Metà aprile/maggio: READING: Dante, alcuni canti di Purgatorio e Paradiso.<br />
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A fine quadrimestre: due temi tradizionali, interrogazioni o apporti personali nel laboratorio, voto orale sul dibattito; valutazione del testo argomentativo nato dal dibattito; testi prodotti su quaderno o taccuino...<br />
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Durante l'anno si lasciano 10 minuti di ogni lezione per la lettura personale o per conversazioni sui libri in lettura personale o per booktalk. Chiederò delle annotazioni sul quaderno (potrei accennare alla possibilità del taccuino, ma è una classe secondo me che non è pronta; magari qualcuno lo potrebbe portare avanti) per agganciare il reading in classe alle proprie letture personali (strategie di lettura che usiamo in classe da applicare sui libri che stanno leggendo).<br />
<br />
Certo, questa impostazione non è quella vera del RWW, ma vi si ispira per alcune attività e per certi moduli. Avendo l'Esame di Stato come spada di Damocle, devo esercitare i ragazzi a lavorare sulle tipologie A, B e C, quindi devo chiedere anche temi tradizionali (che per ora mi danno sicurezza). Certo, posso permettere loro di accedere alle annotazioni sul quaderno e magari posso concedere più tempo per lavorare anche a revisione ed editing. Tuttavia, devo portarli a stare dentro i tempi previsti dall'Esame.<br />
<br />
Per la letteratura, l'idea è di partire dal testo e poi arrivare all'analisi e alla critica, salvo un inquadramento storico-culturale iniziale.<br />
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Spero di non aver dimenticato nulla, perché di carne al fuoco ce n'è tanta e solo facendo e sperimentando vedrò se sono sulla strada giusta.<br />
<br />
Buon inizio anno a tutti!<br />
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Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-34249210130592389022019-07-18T04:04:00.000-07:002019-07-18T04:06:04.999-07:00Dopo Vicenza... un tentativo di programmazione più efficace!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Vicenza, 16 luglio 2019. Ufficio Scolastico Provinciale. Una cinquantina di professori di Lettere di ogni ordine di scuola, dalla Primaria alla Secondaria di II grado. Denominatore comune: entusiasmo per il metodo del Reading and Writing Workshop. Valore aggiunto per me: essere in compagnia delle mie super amiche che non vedo così spesso come prima, ora che abito a San Stino.<br />
<br />
Subito capisco qual è il punto di forza di questo tipo di formazione: non servono preamboli inutili, qui tutti parliamo già un linguaggio comune. Non serve spiegare che cosa sia una minilesson, quali siano i cardini del metodo. Lo sappiamo già tutti e andiamo oltre: vogliamo confrontarci sulle questioni nodali, sulle difficoltà che abbiamo incontrato sporcandoci già le mani, cerchiamo di capire le soluzioni che altri hanno trovato a problemi comuni.<br />
<br />
E poi abbiamo scritto sul nostro taccuino: abbiamo sentito sulla nostra pelle le sensazioni che provano i nostri alunni di fronte alle nostre richieste. L'idea è di mettersi nei loro panni per provare a capire meglio le loro eventuali difficoltà e i loro bisogni.<br />
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Finalmente ho potuto associare nomi e volti, profili Facebook e persone reali.<br />
<br />
Che cosa ha agito più in me dei tanti stimoli ricevuti?<br />
Direi l'intervento di Loretta De Martin e di Stefano Verziaggi.<br />
Per sperimentare sugli albi mi sento troppo indietro rispetto all'alto livello proposto da Daniela Pellacani, e dall'altra parte qualcosa ho già fatto in quella direzione.<br />
Porto a casa anche la bella riflessione di Simona Malfatti sull'insegnamento di una seconda lingua e so che ci devo riflettere su per tirarci fuori spunti per l'insegnamento del latino. Ma devo meditare molto.<br />
<br />
Invece Loretta e Stefano hanno proprio colpito nel segno: hanno captato i miei bisogni del momento, perciò le loro dritte agiscono proprio nell'immediato.<br />
<br />
Veniamo al dunque: ho iniziato a programmare per la mia futura seconda articolata (liceo classico/scienze umane). Secondo i suggerimenti ricevuti, analizzo la situazione di partenza di questa classe.<br />
<br />
Essa ha accolto in modo favorevole la proposta dell'italiano in forma laboratoriale, e il punto di partenza è abbastanza buono. Rispetto all'anno scorso, c'è bisogno di dedicare più tempo alla scrittura in classe (spesso l'anno scorso non c'era tempo e gli alunni facevano molto a casa) e di dare il via alle consulenze. Non ci sono particolari situazioni drammatiche nel modo di scrivere dei miei alunni: diffusi errorini di ortografia a cui mi sono abbastanza assuefatta, ormai (ci vorrà moooolta pazienza per estirparli, sempre che ci riesca); errori da combattere con tutta me stessa sull'uso dei tempi verbali e dei pronomi (anche questi piuttosto diffusi); in generale livello un po' piatto di contenuti (troppa sintesi, oppure periodi sandwich, alcune banalità...). L'anno scorso abbiamo lavorato sui fondamentali della narrazione (semini non angurie, curva narrativa/focalizzazione, show don't tell soprattutto) e ho visto dei bei risultati: in generale il livello di scrittura si è alzato, c'è più consapevolezza nella scrittura. Vorrei riprendere da qui l'anno prossimo e cercare di lavorare sulla forma e sulla struttura del testo. E devo incrementare l'uso del taccuino non tanto in classe, dove spesso lo facevo estrarre per lampi di scrittura e come sostegno alla lettura, quanto a casa (l'anno scorso chiedevo due annotazioni a settimana ma non stavo sempre a controllare).<br />
Per quanto riguarda la lettura, ho moltissimi lettori voraci in classe, la lettura in generale ha preso piede, i ragazzi tra loro parlano di libri e si consigliano libri, tuttavia vorrei andare oltre: il passo successivo e tappa obbligata è la lettura profonda, non solo in classe, ma anche sui libri personali. L'anno scorso abbiamo iniziato, ma quest'anno bisogna darci dentro!<br />
<br />
Vediamo gli obiettivi che mi pongo per la seconda: ripresa del testo narrativo, laboratorio di poesia, introduzione del testo espositivo/argomentativo. Devo traghettare i ragazzi all'analisi del testo letterario sia in prosa che in poesia. Bisogna necessariamente passare per l'Eneide e i Promessi Sposi.<br />
<br />
Cerco di lavorare per percorsi modulari, come mi ha suggerito Stefano, non troppo lunghi (come suggerisce Loretta).<br />
<br />
Ecco qui che cosa ho in testa:<br />
1 h di grammatica e 3 h di laboratorio.<br />
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<u>Ottobre-metà novembre</u>: Eneide (lettura ma anche scrittura: focus sul testo narrativo, la costruzione del personaggio, temi e scopi della narrazione...). Non so se inframmezzare la narrazione con collegamenti ad albi illustrati sul tema del viaggio (mi ha colpito molto quello letto da Daniela all'incontro vicentino) e magari poesie... Però l'idea è di leggere parecchi passi dell'Eneide, anche libri interi... Sicuramente dall'I al IV, poi un salto al VI e qualche passo della seconda parte, quella più iliadica.<br />
<br />
Valutazioni: entro metà novembre, consegna di un testo narrativo; valutazione del lavoro sul taccuino, sul processo (bozze, interventi in classe di riflessione in fase di reading etc...); verifica di conoscenze sull'Eneide con piccolo commento letterario (se riesco a lavorarci) basato sulle proprie interpretazioni (partendo dai propri schemi ad Y).<br />
<br />
<u>Novembre-dicembre</u>: laboratorio di poesia; autobiografia in forma poetica e analisi dei mentor texts e dei propri pezzi (lavoro su contenuto e forma, sugli strati della poesia).<br />
Prodotto atteso (da valutare): una selezione di proprie poesie con commento (analisi e process paper); un commento di una poesia presentata come mentor text e su cui si è riflettuto in classe.<br />
<br />
<u>Gennaio - metà febbraio</u>: immersione nei Promessi Sposi, magari con un percorso tematico (per esempio il tema del viaggio, per richiamare un po' l'Eneide: viaggio come spostamento e come crescita personale). In writing lavorare ancora sull'analisi del testo narrativo in prosa e poi sulla scrittura del testo narrativo (magari chiedo un racconto di formazione o storico???).<br />
<br />
Valutazione: un proprio testo narrativo da produrre entro metà febbraio; un commento, una pagina critica sui Promessi Sposi su un passo letto (oppure proposto come nuovo e su cui richiedo preconoscenze, analisi del personaggio etc...); il lavoro di reading sul taccuino.<br />
<br />
<u>Febbraio-maggio:</u> propongo tre percorsi più o meno contemporanei. Prima avevo pensato di dedicarmi completamente per un mese e mezzo alla scrittura di un testo espositivo/argomentativo con full immersion, ma temo che i ragazzi lo trovino pesante. Allora ho trovato un compromesso: farò la solita ora di grammatica, un'ora di letteratura delle origini (così riprendo il lavoro sulla poesia del I quadrimestre) e 2 ore di writing a settimana su espositivo e - pian piano - argomentativo (cioè portarli a maturare una propria opinione su notizie che sentono e che leggono etc...). Mi appoggerò su albi illustrati di tipo espositivo, ma anche su articoli di giornale di attualità.<br />
Se mi ci sta, vorrei proporre un piccolo modulo (verso la fine dell'anno, in cui sono stanchi) sul teatro, solo per il gusto di leggere e per entrare un po' nelle caratteristiche della tipologia testuale. Non mi dispiacerebbe lavorare sulla creazione di un piccolo spettacolo sulla base di qualcosa letto o prodotto durante l'anno. Per esempio mi era venuto in mente qualcosa di carino sull'Eneide (proporre l'ultimo giorno di scuola una sorta di "puntata teatral-televisiva" sulla geografia dell'Eneide, con video dei luoghi e lettura di passi significativi. Ma è solo un'idea).<br />
<br />
Ecco, questa la programmazione di massima. Sarà sostenibile? Sarà efficace?<br />
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Ora devo concentrarmi sui singoli percorsi per selezionare obiettivi tecnici e minilesson.<br />
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Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-91684377360692650122019-06-09T07:33:00.002-07:002019-06-09T07:33:13.465-07:00Lo choc del primo anno alle superiori<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Avevo tanto sognato di diventare prof al liceo e questo sogno inaspettatamente si è avverato anche abbastanza presto (dopo 3 anni di precariato e 6 anni di ruolo alle medie, all'età di 36 anni). Non nascondo, però, che passare dall'altra parte sia stato un vero e proprio choc!<br />
<br />
Ho trovato un ambiente un po' più stagnante, meno aggiornato, più ancorato alla tradizione, per i miei gusti a volte un po' troppo ingessato, troppo formale. Durante le lezioni sono stata richiamata più volte dai colleghi perché troppo casinista! Perché io facevo giocare in classe con le regole del latino, facevo recitare, facevo lavorare a gruppi: niente silenzio religioso in classe...<br />
<br />
Devo dire che poi pian piano i colleghi hanno conosciuto me e io ho conosciuto loro, e le cose sono andate meglio.<br />
<br />
Lavorare con i ragazzi non mi ha messo in crisi: mi sono sempre divertita, ho ricevuto da loro parecchi stimoli. Certo, i ragazzi diciassettenni sono meno malleabili degli undicenni, hanno già i loro pregiudizi, una loro idea ormai cristallizzata di scuola: non è stato facile chiedere loro di lasciarsi andare alla creatività, per esempio, benché poi molti si siano buttati, si sono fidati! In prima è stato più semplice, anche perché ho trovato una classe aperta e motivata, direi gioiosa. Sì, sono stata proprio fortunata con le classi quest'anno: una prima di gente entusiasta, una seconda di ragazzi (mi verrebbe da scrivere ragazze perché c'era solo un maschio!) splendidi, una terza sfidante ma accogliente.<br />
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Un'altra fortuna? Avere un collega di sostegno in classe per molte ore con la stessa mia passione per l'insegnamento: abbiamo progettato insieme praticamente tutte le attività, ci siamo confrontati quotidianamente su successi, insuccessi, stato dei ragazzi etc...<br />
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Nonostante tutte queste premesse positive, è stato un anno durissimo: l'adattamento in un sistema nuovo, le frequentissime malattie dei bambini, il senso di inadeguatezza costante, il mio perenne sentirmi alla rincorsa, l'ansia da prestazione sono tutte sensazioni che ho ancora sulla pelle. La scuola è finita, ma il mio cervello è ancora in allerta, lo stomaco contratto. Ci sono ancora gli scrutini, le scadenze, etc...<br />
<br />
Ora, però, ho bisogno di respirare un secondo e di guardarmi indietro, di fissare bene nella mia testa che cosa è funzionato e che cosa no, facendo tesoro anche dei suggerimenti dei miei ragazzi.<br />
<br />
Procedo con ordine:<br />
- classe prima, italiano: sono soddisfatta di come ho gestito la selezione dei contenuti, però devo essere più aderente a una routine di lavoro in classe, altrimenti i ragazzi si disorientano. L'anno prossimo in seconda vorrei provare a lavorare a blocchi, per unità di apprendimento, frenando le mie ansie e le insicurezze. Devo partire dalle competenze e non dai contenuti, senza farmi condizionare dalle idee di altri miei colleghi. Io so che è giusto così, perciò non devo vacillare, come mio solito.<br />
<br />
- classe prima, latino: io qui se potessi abbandonerei subito il metodo tradizionale, che funziona poco. Ho commesso degli errori quest'anno, in primis di ritenere semplici dei passaggi che per i ragazzi sono risultati complicati. Devo imparare a capire meglio dove si celano le difficoltà per gli alunni. Sono soddisfatta, invece, di aver introdotto la rappresentazione grafica della morfosintassi, nonostante i limiti che può avere: peccato non averla pensata subito! In realtà ho dovuto fare lo sforzo di capire che cosa succede nella mia mente quando procedo in automatico alla traduzione. Mi ci è voluto del tempo. Mi dispiace. Per gli anni prossimi, anche in latino vorrei creare una sorta di routine da ripetere lezione dopo lezione, per aiutare i ragazzi a creare automatismi. Ci devo lavorare. E soprattutto devo fidarmi più di me stessa e sganciarmi dal manuale.<br />
<br />
- classe seconda, latino: è la classe dove mi sembra di aver dato meno e di avere raccolto di più! L'ho già detto che questi ragazzi sono stati semplicemente meravigliosi. Abbiamo lavorato molto e anche giocato un pochino: la didattica ludica è sempre apprezzata! Mi è piaciuto molto fare Catullo con loro attraverso la traduzione contrastiva.<br />
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- classe terza, italiano: qui hanno fatto breccia i lavori di gruppo e i lavori creativi, ma anche la lettura de <i>Il libro di tutte le cose </i>in classe. La letteratura e Dante sono state un successo (Dante imparato a memoria, gustato senza troppe menate critiche), un po' meno il laboratorio di lettura e scrittura, che non sono riuscita a seguire come avrei voluto. I ragazzi hanno apprezzato quei pochi momenti di scrittura in classe, quando dovevano scrivere di se stessi. Il problema è che loro sono grandi, quindi devo traghettarli verso una scrittura più eterocentrata, più argomentativa. Questo è un nodo che dovrò sciogliere. Credo che potrebbe funzionare il fatto di aderire al progetto "Quotidiano in classe", magari mettendo in piedi una sorta di redazione. Vediamo!<br />
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- classe terza, latino: un vero fiasco. Tantissime energie spese e risultati raggiunti scarsissimi. Ragazzi ostili alla materia, demotivati, impreparati (neanche rosa rosae). Le ho provate tutte, ma pochi ragazzi hanno effettivamente portato a casa un miglioramento. Credo che l'anno prossimo la giocherò tutta sugli autori: letture interessanti per poi affondare sulla riflessione linguistica (e lessicale).<br />
<br />
Che cosa mi porto a casa da quest'anno scolastico? Sicuramente la conferma che il vero apprendimento sia EMOZIONALE, DI PANCIA! Altrimenti è solo studiacchiare per la verifica, appiccicarsi delle etichette in testa da rimuovere dopo pochi giorni.<br />
Vorrei anche provare, quest'estate, a programmare dei veri percorsi di apprendimento con valutazioni in itinere per far capire che non si studia solo per la verifica, ma sempre!<br />
Infine, ho bisogno di lavorare tantissimo per la predisposizione del laboratorio di lettura e scrittura. Non riesco ad applicarlo come alle medie, devo rimetterlo a punto, scegliere una strada ben definita e seguire quella.<br />
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Insomma, tanto da studiare, tutto da migliorare. AVANTI TUTTAAAAA!!!!!!<br />
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Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-1793946410531417482018-09-06T15:49:00.000-07:002018-09-06T15:49:20.365-07:00Come superare l'ansia da mancanza di tempo????<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Dunque, alle superiori 4 ore a settimana per italiano. Cioè per leggere, scrivere, fare riflessione linguistica e lavorare su vari generi e tipologie testuali. Dire che il tempo è risicato è un eufemismo.<br />
Allora, mi chiedo, con <a href="http://www.italianwritingteachers.it/il-viaggio-della-programmazione-per-sostenere-esploratori-della-scrittura-e-della-lettura/">Alice Cabrelle</a>: che cosa insegnare e come per incidere davvero? Che cosa selezionare? Che cosa è irrinunciabile?<br />
<br />
Dunque, la priorità va a lettura e scrittura: leggere per comprendere, leggere per diletto, con accostamento graduale ai classici. Scrivere in modo corretto e strategico, pescando tecniche dagli scrittori professionisti e sperimentando diverse tipologie testuali.<br />
Ortografia e grammatica le affronterei in situazione, a partire dai testi dei ragazzi, almeno laddove è possibile. Se insegnerò latino, sfrutterò l'avviamento allo studio della lingua per consolidare le nozioni fondamentali dell'analisi logica.<br />
<br />
Dicevamo lettura e scrittura: in questi giorni, benché sia frenata dal fatto che ancora non conosco le classi e le discipline che insegnerò, sto meditando su come potrei organizzare il programma di italiano (intanto!), ipotizzando di dover interfacciarmi con il biennio del liceo.<br />
<br />
Sono andata a leggermi le Linee Guida ministeriali per i Licei per capire che margini ho.<br />
Quindi ho deciso che organizzerò così le 4 ore di italiano, per esempio in prima: lascio 1 ora per epica, 1 ora (alla bisogna) per grammatica, 2 ore per lettura e scrittura.<br />
Nelle ore non di laboratorio lascerò leggere in classe il proprio libro a scelta, mentre nel laboratorio si leggerà rigorosamente ad alta voce per poi procedere alla minilesson di lettura o scrittura, al lavoro su di essa e poi alla scrittura autonoma. Ogni mese chiederò una recensione e cercherò di dare spazio ai booktalk.<br />
<br />
Siccome entro in una nuova scuola, non mi metto a rivoluzionare la valutazione: sicuramente il laboratorio sarà valutato, ma anche affiancato da un paio di scritti più tradizionali, in base alle decisioni di dipartimento.<br />
<br />
Prossima mossa: preparare la biblioteca di classe! E magari intanto verrò a sapere le classi!<br />
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Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-43943007852241795672018-08-17T16:50:00.001-07:002018-08-17T16:51:27.672-07:00Tempo di bilanci e di buoni propositi...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
L'anno scolastico appena passato mi ha dato tante soddisfazioni: nella mia terza media, ho visto crescere i ragazzi sia come lettori che come scrittori; hanno amato la poesia (soprattutto la poesia della settimana) e si sono messi in gioco loro stessi come poeti; hanno automatizzato ricerca e condivisione di informazioni e anche delle fonti utilizzate. Hanno costruito una comunità di apprendimento.<br />
<br />
I punti di forza sono stati per me il metodo del Reading & Writing Workshop (ora c'è anche un meraviglioso sito consultabile <a href="http://www.italianwritingteachers.it/">qui</a>) che ho adottato non in toto (non per scelta, ma per mia incapacità, nel senso che non ero pronta), ma comunque abbondantemente, e il Cooperative Learning (a volte semplice lavoro di gruppo o a coppie con condivisione grazie a vari strumenti elettronici, come ad esempio We School o Google Drive). L'idea base della mia didattica è stata quella di creare un apprendimento il più possibile attivo e "comunitario", con una valutazione che partisse innanzitutto dalla riflessione sulle proprie strategie, sul prodotto e sul processo e che fosse anche autovalutazione (ognuno si valutava da sé ma era anche valutato dai pari). Quel che ha funzionato più di tutto è stata la personalizzazione degli obiettivi da raggiungere: i ragazzi hanno apprezzato molto.<br />
<br />
Certo, ho trascurato delle cose, ad esempio la grammatica tradizionale: ho preferito dare un taglio valenziale e ragionare sul verbo e sulle reggenze fondamentali. Ho cercato di far ragionare i ragazzi sul concetto di "funzione" e sul fatto che la valenza del verbo potesse essere saturata da un complemento ma anche da una frase avente la stessa funzione. Volevo superare la distinzione netta tra la cosiddetta analisi logica e quella del periodo, ma qui gli alunni si sono un po' persi. Se potessi tornare indietro, ci andrei più cauta. Tuttavia, sono sempre più convinta che fare analisi logica e del periodo in modo tradizionale sia una mera perdita di tempo: mi malediranno i docenti del liceo, ma spiegare ancora il complemento di età o di prezzo mi pare assurdo. Farei più felice quei docenti e sicuramente qualche genitore se cedessi al richiamo della tradizione, però proprio non ce la faccio.<br />
<br />
Da settembre, anch'io farò parte della schiera dei docenti di italiano e latino del liceo: non so che ambiente troverò, se potrò azzardarmi a fare a modo mio nonostante le indicazioni dipartimentali, però una cosa la so per certa: non posso certo tornare indietro!<br />
<br />
La sfida più grande che dovrò affrontare sarà quella di conciliare metodo laboratoriale con studio diacronico della Letteratura nel triennio, il tutto con solo 4 ore a disposizione. AIUTO!<br />
<br />
Ho pensato di andare a pescare qualche idea nel <a href="https://sabinaminuto.wordpress.com/">blog di Sabina Minuto</a>, che trovo molto interessante.<br />
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Credo anche che bisognerà seriamente valutare il metodo della Flipped Classroom...<br />
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Per il momento, mi dedico alla lettura di A. Chambers, <i>Il lettore infinito</i>, per darmi la giusta carica e motivazione.<br />
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Mi impegno a riportare sul blog idee, aspettative, spunti di riflessione, materiali per la programmazione. In effetti, ho latitato troppo ultimamente... </div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-66374936608819103992017-10-14T15:24:00.002-07:002017-10-14T15:25:18.958-07:00ESPERIMENTO DI SCRITTURA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ecco quello che proporrò lunedì come esperimento/minilesson di scrittura per lavorare sulla tecnica di Joyce dello stream of consciousness:<br />
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<span style="color: #444444; font-family: "roboto" , "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px;">https://goo.gl/hN7QD9</span><br />
<span style="color: #444444; font-family: "roboto" , "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px;"><br /></span>
<span style="color: #444444; font-family: "roboto" , "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 13px;"><br /></span></div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-91325178477837458192017-10-14T15:20:00.000-07:002017-10-14T15:20:11.566-07:00WRITING AND READING WORKSHOP... PRIMA VERSIONE!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Sono rientrata a scuola in ottobre. Rientro in salita: il prolungato da organizzare, l'iniziativa #Ioleggoperché da seguire, e tanto altro.<br />
<br />
Lavoro in terza media: non mi occupo dei miei ragazzi da gennaio, quando li ho lasciati per la maternità. Ho dovuto, quindi, tirare le fila e reimpostare sostanzialmente da capo il laboratorio di lettura e scrittura targato Atwell/Poletti Riz.<br />
<br />
Ho diviso il quaderno in queste sezioni: report di lettura (tabella con autore e titolo dei libri letti, genere, genere, data inizio e data fine, voto), desiderata, minilezioni di Lettura, minilezioni di scrittura, taccuino del lettore, taccuino dello scrittore, grammatica (esercizi), obiettivi e autovalutazione.<br />
<br />
Con i ragazzi ho impostato la biblioteca di classe (ordine in armadio, con spazio per i miei e i loro libri e per antologia e manuale di grammatica da lasciare a scuola), compreso cartellone dei prestiti e file per catalogare i libri presenti (da terminare) e ho dato inizio al laboratorio.<br />
<br />
1) Scelta di un libro da leggere da parte di tutti, con preghiera di portarlo a scuola tutti i giorni con l'ausilio di un "porta libro" realizzato con la prof di Arte in attesa del mio rientro e sulla base di <a href="https://spark.adobe.com/video/s7LL57vNzdM65?w=_2022">questa introduzione</a>. Ogni volta che ci vediamo, lascio 10 minuti ad inizio lezione per leggere (ormai è quasi un automatismo, c'è un silenzio!) e poi pretendo che leggano almeno 30 minuti al giorno. Io mi prendo 2 minuti per firmare il registro, poi gestisco il cambio libri e giro tra i banchi a chiedere a campione il numero di pagina. So che pian piano dovrò inserire altre attività di aiuto alla comprensione, ma per ora stiamo prendendo confidenza con questa routine...<br />
<br />
2) Introduzione dei book talk. Ne ho presentato uno io come modeling, poi sono partiti loro. Abbiamo preparato una ML sui book talk e anche una rubrica di valutazione.<br />
<br />
3) Sezione "poesia della settimana" con quick write e condivisione su base volontaria. Altri quick write a partire dai testi letti.<br />
<br />
4) Taccuino dello scrittore: attivatori (ora ho proposto liste a partire da un colore, "Vengo da" con impronta del piede, "Con le mani" con impronta della mano, "Ho paura di" e "Ora non potrei vivere senza") ed esperimenti di scrittura.<br />
<br />
5) Richiesta di scrivere dei testi a libera scelta di qualsiasi genere e tipologia, almeno tre a quadrimestre. Sarà valutato tutto il processo, non solo il prodotto. Le bozze andranno scritte su block notes saltando una o due righe per l'autocorrezione e solo fronte, per avere il retro disponibile per riscrivere e correggere.<br />
<br />
6) Richiesta di almeno 2 recensioni creative a quadrimestre.<br />
<br />
7) Introduzione del percorso di orientamento a partire dai testi letterari (iniziato con <i>Eveline </i>di Joyce, ma poi continuerò con La monaca di Monza di Manzoni, forse <i>Il piccolo principe </i>e <i>Novecento</i> di Baricco, poi vediamo). Immagino che affronterò tramite Leopardi il tema della felicità e tramite Foscolo, "Alla sera" il tema dell'interiorità. Naturalmente quando tratterò la poesia, richiamerò quanto studiato del linguaggio poetico gli anni passati (strutture metriche, rime, figure retoriche...). In questo modo cercherò di affrontare la letteratura, ma mai come percorso cronologico a sé stante di storia della letteratura.<br />
<br />
8) Introduzione della grammatica valenziale (valenze e argomenti, il nucleo della frase) accanto a quella più tradizionale (complementi principali, verbi attivi, passivi, transitivi, intransitivi, etc...).<br />
<br />
<u>Che cosa mi manca?</u><br />
- Introduzione di altri aspetti del metodo, come le consulenze individuali o fra pari sulla scrittura o attività di discussione di libri comuni a gruppetti.<br />
- Lettura in classe di un libro a voce alta (inizierò con <i>Un sacchetto di biglie</i>, visto che a gennaio andremo a vederne una rappresentazione a teatro).<br />
- Identificazione delle minilesson necessarie.<br />
- Introduzione del lavoro di comprensione del testo con strategie mirate (Serravallo, metodo dei Segnaposti, etc...)<br />
- Lavoro sul testo espositivo e soprattutto argomentativo, magari a partire da articoli di giornale di attualità.<br />
<br />
Mi sento schiacciata dal peso di tutta questa sperimentazione, ma nello stesso tempo sono lanciatissima. Per altro vedo che quello che propongo del metodo comunque funziona, perciò mi sembra di essere sulla strada giusta.</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-20308900689638777632017-08-10T08:55:00.000-07:002017-08-10T08:56:08.999-07:00RITORNO IN TRINCEA!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ok, è giunta l'ora (in realtà da un pezzo) di far spazio allo studio per ricominciare a lavorare a settembre! Sinceramente, non vedevo l'ora: la vita fatta solo di pannolini, latte, lallazioni e simili non fa per me!<br />
<br />
L'anno scolastico imminente mi vedrà alle prese con una terza media, poi, da aprile, con una seconda per storia e geografia.<br />
<br />
La mia sfida principale riguarderà la didattica dell'italiano, che voglio nuovamente provare - dopo la pausa per i miei alunni dovuta al congedo parentale - ad improntare sul modello del Writing and Reading Workshop (e qui rimando al <a href="http://www.scuolaaumentata.it/jenny-poletti-riz/">blog di Jenny Poletti Riz</a> e al gruppo Facebook).<br />
<br />
Ripartendo dall'anno scorso, direi che alcune cose hanno funzionato:<br />
- la lettura ad alta voce di <i>Dieci piccoli indiani </i>di A. Christie, supportata da diverse attività, come i ritratti con carta d'identità dei dieci personaggi coinvolti (tutti appesi in classe), ricerche lessicali a turno, osservazioni stilistiche, ipotesi e supposizioni sul colpevole. Il libro è piaciuto, un successo che i ragazzi non avrebbero apprezzato senza la mia mediazione (i più lo avrebbero giudicato troppo difficile);<br />
- le lezioni dedicate al racconto dei libri letti e ai consigli di lettura, con annessa biblioteca di classe;<br />
- il cartellone dei libri letti, con lista dei ragazzi, titolo e autore dei libri letti per ciascuno, casella colorata di verde per i libri amati, di rosso per i libri odiati, di giallo per i libri "così così", casella crocettata per i libri abbandonati;<br />
- la scrittura a più riprese di un testo legato a un preciso genere letterario (il giallo o il mistery), a volte anche di gruppo (almeno per alcune parti).<br />
<br />
Le difficoltà, non poche, sono state principalmente queste:<br />
- la gestione del quaderno: una parte dei ragazzi non è riuscita a gestire il quaderno ad anelli diviso in diverse sezioni, e a dir la verità alcune attività era difficile decidere dove inserirle...<br />
- il controllo dello stato della lettura individuale: il tempo, sempre tiranno, mancava;<br />
- la mancanza di sperimentazione di alcune aree importanti del metodo, tra cui il taccuino dello scrittore;<br />
- la mancanza di regolarità o, meglio, di ritualità delle lezioni, dovuta al fatto che ancora non governavo il metodo nel suo complesso.<br />
<br />
Quest'estate sono riuscita a studiare qualche libro a sostegno del metodo, in primis <i>The reading zone </i>di Nancie Atwell, per certi versi illuminante. Sicuramente non mancherò di leggere il libro di prossima pubblicazione di J. Poletti Riz per Erickson; a breve mi darò allo studio del testo di J. Serravallo sul Reading Workshop e del testo <i>Notice and Note </i>sulle strategie di lettura. In questi giorni sto ultimando il libro di R. Fletcher, <i>A writer's notebook. Unlocking the writer within you</i>.<br />
In lista per i prossimi acquisti sicuramente sta <i>In the middle </i>della Atwell e il libro della Serravallo sul Writing Workshop.<br />
Fonte inesauribile di ispirazione e di studio è il gruppo Facebook delle Italian Writing Teachers (gruppo chiuso a cui va chiesta l'iscrizione), con annessa bibliografia e sitografia.<br />
<br />
Questa era una veloce panoramica bibliografica per comprendere le origini del metodo proposto.<br />
<br />
A questo punto dello studio, ho pensato alle seguenti soluzioni (i famosi buoni propositi!) da proporre in classe:<br />
- una scansione oraria più rigida e definita, con 3 ore a settimana dedicate al Reading e 3 ore dedicate al Writing. Il Reading occuperà in particolare il pomeriggio del tempo prolungato, all'interno del più ampio progetto "Biblioteca di plesso" di cui parlerò prossimamente; 2 ore serviranno per grammatica (magari con approccio valenziale);<br />
- un quaderno di italiano più snello, magari diviso in due: da una parte il Taccuino del Lettore per le attività a sostegno della lettura, dall'altra il Taccuino dello scrittore, per raccogliere idee di scrittura. A parte le bozze per la stesura dei testi e un quadernetto degli esercizi di grammatica;<br />
- più tempo per la lettura individuale o a gruppi in classe e per la scrittura:<br />
- attuazione della parte più individuale del metodo con consulenze individuali e fra pari;<br />
- utilizzo dell'antologia esclusivamente come insieme di mentor texts.<br />
<br />
A breve entrerò nel dettaglio con altri post. Mi aspetta un lavoraccio per quest'anno, ma sono piena di entusiasmo!</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-87089817988945783572017-02-17T01:24:00.000-08:002017-02-17T01:24:51.174-08:00AGGIORNAMENTO DOPO LUNGO SILENZIO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Eccomi qui, finalmente!<br />
Il periodo pre e post natalizio è stato molto intenso, poi è sopraggiunto il congedo per maternità, un tempo dove ho dovuto pian piano sgombrare la mente da mille cure scolastiche e far posto ad altri pensieri.<br />
<br />
Da un pezzo, però, volevo documentare i lavori significativi che sono riuscita a proporre ai miei alunni.<br />
<br />
1) Il laboratorio di lettura e scrittura in seconda media è continuato: molti ragazzini sono diventati dei discreti lettori, anche a detta dei loro genitori. Ha molto coinvolto la lettura in classe dei <i>Dieci piccoli indiani </i>della Christie, un momento molto atteso in classe!<br />
Devo rivedere invece l'impostazione della parte di scrittura, perché non mi ha soddisfatto appieno: il mio problema è l'organizzazione e il rispetto di una precisa routine, cosa per me assai difficile, perché tendo a farmi trasportare dagli eventi del momento, a distrarmi, a perdermi. Il metodo della Atwell che sto imparando tramite le co-teachers del gruppo delle IWT è complesso, del resto: taccuini, attivatori, testi modello... C'è da perdersi, davvero! Ma la strada SO che è quella giusta. Devo solo imparare a gestire tutti gli stimoli e a proporli in classe nella maniera giusta.<br />
<br />
2) Geografia in seconda: unità di apprendimento sull'UE. <a href="https://drive.google.com/open?id=0B4Crc-nE9cmTUlFVN0RGOUhKLUU">Ecco i materiali.</a> L'applicazione pratica si è scostata un po' dalla teoria, perché i miei ragazzi sono stati imprevedibili e hanno tirato fuori argomenti come quote latte e problematiche relative a immigrazione e politiche monetarie che non erano proprio alla loro portata, quindi hanno avuto difficoltà a gestire il processo all'UE controbattendo rispetto a vantaggi e criticità. Tuttavia, ciò significa che si sono documentati sull'argomento, hanno intervistato genitori e parenti, hanno mostrato interesse. Va bene così!<br />
<br />
3) Geografia in prima: introduzione ad un'unità di apprendimento pluridisciplinare intitolata "Lungo il fiume": l'idea è quella di presentare a livello generale gli ambienti e gli ecosistemi legati alle varie forme del paesaggio dal punto di vista geografico e scientifico per poi legare i concetti generali alla specifica realtà locale (zona bonificata, vicino al mare, attraversata da due fiumi). Ecco i <a href="https://drive.google.com/open?id=0B4Crc-nE9cmTbkZ0THBYN2tRZUE">materiali </a>finora prodotti (ma l'unità di apprendimento è appena iniziata, poi io ho dovuto lasciarla a colleghi e supplente!).<br />
<br />
Oltre a questi lavori, ho portato avanti dei progetti molto importanti per la nostra scuola: il progetto "Prolunghi...amo" per promuovere e svecchiare l'organizzazione pomeridiana del tempo prolungato, dove io in particolare mi sono occupata insieme a un collega della realizzazione di una messinscena che ha preso spunto dalla novella di Boccaccio "Chichibio e le gru"; un lavoro inserito nell'ambito della continuità tra scuola primaria e secondaria, per presentare ai bimbi il nostro plesso; una serie di incontri di formazione in qualità di animatore digitale per i miei colleghi.<br />
<br />
Insomma, un periodo intenso!<br />
<br />
Grande soddisfazione abbiamo avuto con il laboratorio di teatro: i ragazzi hanno lavorato sul genere del teatro, hanno realizzato il copione (utilizzando in gran parte Google Drive oltre a Padlet), deciso che cosa mettere in scena (una sorta di metateatro, con la messinscena della loro lezione di teatro), preparato scenografie e costumi insieme anche ad altri compagni e prof... Tutto questo con l'ausilio della prof di musica, che ha preparato il sottofondo musicale. Tutti, ma proprio TUTTI, hanno dato il massimo, e dopo la recita piangevano emozionati! Tante fatiche ben ripagate, e soprattutto un modo di fare scuola vincente. Non si può fare sempre, ma non ci si può nemmeno rinunciare: la motivazione è una gran rampa di lancio.<br />
<br />
Ora che ho condiviso grossa parte del lavoro svolto, mi accomiato per un po': torno ad occuparmi dell'arrivo del nascituro!<br />
<br />
Sto anche svolgendo il corso sui DSA organizzato da Dislessia Amica: se trovo degli spunti interessanti, magari li condividerò qui. A risentirci!</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-14908355711250811332016-11-07T08:26:00.000-08:002016-11-07T08:26:20.640-08:00SPUNTI DI DIDATTICA DIGITALE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Un post veloce mentre sto frequentando un corso sul Digital Storytelling nella mia vecchia cara Padova...<br />
<br />
Mi piace l'idea di costruire in PEARLTREES una repository delle app che troviamo interessanti in rete: ce ne sono talmente tante che uno magari non si ricorda nemmeno che cosa ha usato!<br />
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Ora la professoressa Favaretto (formatrice qui al corso) sta mostrando VIDEOANT dove caricare e commentare video sezionandolo in diverse parti. I ragazzi poi possono inserire e condividere i commenti, anche semplicemente rielaborando l'idea chiave di ogni sezione. Mi pare molto interessante!<br />
<br />
Io conoscevo EDUCANON, che ti permette di interrompere dei video (trovati in rete) e inserire un quiz relativo alla parte già visionata; un alunno per andare avanti nella visione del video deve rispondere al quiz.<br />
<br />
Nell'ebook che trovate <a href="http://www.scuoladigitaleveneta.it/?p=1219,">qui</a>, è citato nel capitolo relativo al social reading il sito GENIUS dove inserire risorse libere (non coperte da copyright) e lasciarle al commento degli utenti punto per punto.<br />
<br />
Recentemente ho utilizzato BLENDSPACE, che serve per costruire una lezione digitale inserendo in un mosaico di risorse che si trascinano in modalità drag&drop e a cui si può accedere con un semplice clic.<br />
Io ho preparato una lezione di teatro inserendo tutto il materiale in un'unica pagina (a riquadri): https://www.tes.com/lessons/n-lk-fNQx37i5Q/teatro<br />
<br />
Qui al corso stanno decantando PADLET, ma questo lo conosciamo già! Nihil novum...<br />
<br />
Quello che mi sarebbe piaciuto sentire al corso di Digital Storytelling è come creare proprio uno storyboard con immagini e dialoghi... Forse ho qualche speranza con STORY BUILDER... Ma sono solo dialoghi, senza immagini.<br />
<br />
Sono in fase di studio anche delle possibilità di SCRATCH, ma lì viriamo sul coding... Non è proprio banale, ecco!<br />
<br />
Altri suggerimenti in corner per il Digital Storytelling: creazione di un blog (naturalmente!) e Google Maps tramite il racconto di una storia a partire dai luoghi. Oppure Prezi.<br />
<br />
Mi viene anche in mente tutta una serie di app che permettono di creare linee del tempo.<br />
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Insomma, di carne al fuoco ce n'è moltissima, ma come sempre bisogna studiare molto!<br />
<br />
A presto!</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-53507141822695818342016-10-27T13:14:00.001-07:002016-10-27T13:14:49.017-07:00APPLICANDO IL PBL...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Finalmente sto mettendo in pratica quanto imparato e progettato durante il corso on line della Teacher Academy (che avevo trovato <a href="http://www.schooleducationgateway.eu/it/pub/index.htm">qui</a>) sul Project Based Learning.<br />
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Nella messa in pratica ho riaggiustato alcune fasi.<br />
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ARGOMENTO: CRISTOFORO COLOMBO ED ALTRE ESPLORAZIONI<br />
CLASSE: seconda media (I quadrimestre: mese di ottobre, 13 ore)<br />
<br />
Driven Question: Perché l'America fu scoperta nel XV secolo e non prima?<br />
<br />
PRIMA LEZIONE (1 ora): lancio dell'attività, con driven question e strutturazione dei gruppi tramite jigsaw (gruppi esperti e gruppi "casa"). Attività ludica (per il team building): in qualche minuto di tempo, gli alunni si devono disporre in modo tale da formare la scritta umana "AMERICA?". Alla fine, spieghiamo perché quel punto di domanda (di solito i ragazzi sanno già che Colombo credeva di essere arrivato nelle Indie).<br />
<br />
SECONDA LEZIONE (2 ore): focus sul metodo di studio. Lettura dei due capitoli del libro dedicati all'argomento e costruzione a coppie (all'interno del gruppo esperti) di una mappa concettuale generale; sia sulla mappa che sul libro, le informazioni utili a ciascun gruppo vengono sottolineate con lo stesso colore.<br />
Approfondimenti assegnati ai gruppi esperti:<br />
1) Vita di Colombo<br />
2) Le invenzioni, le conoscenze e gli strumenti che hanno reso possibile la traversata oceanica (caravella, bussola, astrolabio...)<br />
3) Quadro generale culturale, economico, politico del Quattrocento; le conoscenze geografiche e cartografiche di allora<br />
4) Le conseguenze della scoperta di Colombo nel Nuovo Mondo<br />
5) Le conseguenze della scoperta di Colombo in Europa e nuove esplorazioni<br />
<br />
<br />
TERZA LEZIONE (1 ora): consegna da parte dell'insegnante delle mappe corrette (alcune poco efficaci); proiezione di una serie di buone mappe concettuali trovate in rete sull'argomento, che già pongono l'attenzione su alcuni concetti chiave. In gruppo, dopo la proiezione, si elencano le regole per una buona mappa concettuale.<br />
<br />
QUARTA LEZIONE (3 ore): gli alunni nei gruppi esperti cercano informazioni e si preparano sul loro approfondimento con l'aiuto di una serie di domande guida fornite dall'insegnante. Le fonti erano enciclopedie on line, altri manuali, video... Ogni alunno ha il compito di comporre un testo espositivo sul proprio approfondimento e naturalmente di studiarlo in vista dell'esposizione nei gruppi "casa".<br />
<br />
QUINTA LEZIONE (2 ore): esposizione nei gruppi "casa": gli altri compagni prendono appunti e poi valutano il compagno che ha esposto. Ciascuno, oltre a ricevere una valutazione dei compagni del gruppo, scrive una propria autovalutazione.<br />
<br />
SESTA LEZIONE (1 ora): l'insegnante raccoglie le domande e i dubbi e organizza un breve ripasso per fissare i concetti fondamentali. Segue il lancio dell'attività finale: preparare nei gruppi "casa" delle recite intorno alla figura di Colombo:<br />
1) Intervista a Colombo da vecchio;<br />
2) Intervista a Colombo post mortem<br />
3) Colloquio tra Colombo e Isabella di Castiglia<br />
4) Colombo reporter: video, foto, diario di viaggio durante il soggiorno in America Centrale.<br />
Viene condivisa la rubrica di valutazione, relativa a:<br />
- COMPLETEZZA delle informazioni storiche utilizzate nella recita;<br />
- CORRETTEZZA delle suddette informazioni;<br />
- IMPEGNO E PARTECIPAZIONE dei singoli nel gruppo (con attività di autovalutazione e valutazione dei pari)<br />
- EFFICACIA e ORIGINALITA' del prodotto finale.<br />
<br />
SETTIMA LEZIONE (1 ora): la progettazione della recita (con brainstorming di gruppo sulle conoscenze storiche utili alla propria messinscena) e le prove; correzione degli esercizi di completamento sul libro assegnati per casa per fissare ulteriormente le conoscenze.<br />
<br />
OTTAVA LEZIONE (2 ore): recite e verifica finale delle conoscenze, che può essere una prova oggettiva o un testo espositivo, a scelta di ogni singolo studente.<br />
<br />
ELEMENTI CHE CONCORRONO ALLA VALUTAZIONE FINALE:<br />
- testo espositivo sugli approfondimenti;<br />
- attività di autovalutazione e valutazione tra pari;<br />
- osservazione dell'insegnante;<br />
- verifica delle conoscenze;<br />
- prodotto finale.<br />
<br />
Gli alunni partecipano tutti quanti all'attività proposta, con il coinvolgimento anche dell'alunno seguito dal sostegno mediante semplificazione di materiali e consegne. La maggior parte degli alunni sente la responsabilità derivante dal fatto che ciascuno nel gruppo "casa" è il solo custode di un approfondimento. Più di qualcuno ha addirittura costruito per tutti i membri del gruppo "casa" degli schemi o mappe sul proprio argomento. In pochissimi casi, l'insegnante ha dovuto sollecitare un impegno più costante e serio. C'è da dire che anche i più svogliati si sono messi a lavorare almeno in qualche fase dell'attività, perciò alla fine tutti sono riusciti a fissare i concetti fondamentali. Li ho visti invece molto coinvolti tutti quanti nella progettazione della recita finale.<br />
Il feedback dei ragazzi rispetto a questo tipo di attività è positivo, sia in termini di utilità percepita che di "divertimento" e grado di soddisfazione a lavoro finito.<br />
<br />
Dal punto di vista del docente, un lavoro del genere permette di focalizzare l'attenzione non solo sulle conoscenze storiche, ma anche sulle competenze sociali, organizzative e relative allo spirito di iniziativa e imprenditorialità. Volendo, si possono interpellare materie come scienze (le malattie infettive), italiano (per il testo espositivo), geografia (lettura di grafici; la storia della cartografia), tecnologia (gli strumenti tecnologici del Quattrocento e il loro funzionamento).<br />
<br />
Il punto dolente è il tempo: è chiaro che non si può lavorare così per ogni argomento di storia, ma si deve operare una selezione.</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-4867388401367733382016-10-16T15:06:00.001-07:002016-10-16T15:06:53.971-07:00COME STA ANDANDO...<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ecco come sta andando il laboratorio di lettura e scrittura nella mia classe.<br />
<br />
I miei alunni stanno leggendo tanto, si consigliano a vicenda e si scambiano libri, si sentono liberi di abbandonare un libro e di sceglierne un altro se non hanno voglia di continuare.<br />
Non ho ancora iniziato in modo rigoroso un'attività di guida alla lettura sul modello di Notice & Note, ma una volta a settimana circa chiedo un report di lettura con consegne sempre diverse (l'ultima richiedeva di mandare un'email al protagonista o a un personaggio della storia per commentare l'ultimo episodio letto).<br />
Chi finisce un libro, mi scrive voto e giudizio motivato, con commenti e riflessioni.<br />
Continuiamo a leggere insieme in classe <i>Dieci piccoli indiani </i>della Christie, un po' a rilento, devo dire, anche perché dobbiamo ancora prendere confidenza coi i vari personaggi: ho proposto di appendere dei cartelloni con le carte d'identità di tutti quei personaggi per guidare la lettura. Anche questo è un modo (informale) per lavorare sul metodo della lettura consapevole, no?<br />
Ovviamente, ogni volta che non sappiamo il significato di una parola o la posizione di un luogo, andiamo a cercarla (o qualcuno si incarica di farlo).<br />
<br />
Insomma, non siamo ancora a regime, ma col laboratorio di lettura siamo a buon punto e i ragazzi sono soddisfatti, a quanto dicono.<br />
<br />
Sono più indietro col laboratorio di scrittura, e sinceramente ho un po' di ansia per questo!<br />
I ragazzi si ritrovano a scrivere tantissimo e soprattutto a riscrivere gli stessi pezzi, soprattutto report di lettura e recensioni: li scrivono sui fogli etichettandoli con il numero della bozza, io li correggo e do dei suggerimenti per sistemare, ampliare, revisionare... I ragazzi riscrivono e mi consegnano la vecchia e la nuova bozza. Alcuni sono arrivati a riscrivere lo stesso testo 4 volte! Però il risultato è fantastico: mai come quest'anno sono riuscita a far capire loro che scrivere significa pensare, ragionare, revisionare di continuo, non certo buttar giù di getto i primi pensieri che sfiorano la mente... Io stessa mi accorgo del loro processo di scrittura e monitoro i loro passi nella revisione. Su un foglio mi annoto un giudizio da A ad E sul loro scritto e metto una freccetta per indicare che attendo una riscrittura del testo. Alla fine metterò un unico voto sul registro per l'attività degli esercizi di scrittura (naturalmente premiando la costanza, l'impegno e il processo di miglioramento di ciascuno).<br />
<br />
Ho lanciato la mia prima minilesson sul genere giallo (visto che stiamo leggendo la Christie); come "mentor text" ho usato l'unico decente sulla mia antologia, cioè "La mano" di Guy De Maupassant, piaciutissimo agli alunni, ma con soluzione sospesa. Perciò ho chiesto loro di provare a trovarne una e a risolvere il caso, o almeno di aggiungere un altro tassello al mistero.<br />
Come alternativa, possono scrivere un pezzo alla A. Christie presentando alcuni personaggi con la modalità particolare con cui li presenta la scrittrice nel libro che stiamo leggendo.<br />
<br />
Il punto dolente è che ancora non ho introdotto il discorso del taccuino dello scrittore e dei territori di scrittura, che è fondamentale nel metodo Atwell-Poletti. Il fatto è che non ho ancora avuto tempo, e le attività che ho proposto si incalzano e si richiamano, perciò introdurre delle attività nuove è difficile!<br />
<br />
Siccome è ottobre inoltrato e servono voti, ho pensato di correre ai ripari in questo modo: uno dei testi da inserire nel registro sarà una recensione o un bel report di lettura, che farò scrivere in bella copia su foglio protocollo con all'interno tutte le bozze, il tutto da valutare con rubrica di valutazione ad hoc; il secondo "tema" sarà un esercizio di scrittura su un genere letterario (spero anche più di uno); il terzo "tema" mi auguro di riuscire a renderlo davvero libero introducendo il discorso del taccuino (ma anche se sarà a dicembre/gennaio non sarà un grosso problema).<br />
<br />
La settimana prossima introdurrò l'uso del block notes così come mi ha insegnato la mia amica Silvia: finora ho gestito l'attività di scrittura sui fogli a buchi, nella sezione "esercizi e compiti", ma ora che hanno capito che cosa li aspetta (scrittura e riscritture!), posso chiedere di usare il blocco dove potranno scrivere le loro bozze lasciando uno spazio tra una riga e l'altra e intervenendo sul testo con penne di colore diverso.<br />
L'idea era quella di usare il blocco a seguito dell'avvio della compilazione del taccuino dello scrittore, ma... è andata così! Pazienza!<br />
<br />
La mia paura è solo quella della dispersione: i fogli a buchi si rinfilano nel quaderno, i fogli del blocco temo facciano una brutta fine con certi alunni! Se mai invito i ragazzi a provare per vedere come si trovano, poi decideremo insieme il da farsi.<br />
<br />
Comunque ciò che mi dà forza è la motivazione dei ragazzi: mi hanno già detto che sono contenti di avere tempo di scrivere in classe e pare loro di scrivere molto più dell'anno scorso (e sì che anche l'anno scorso davo da scrivere almeno un testo a settimana!). Ho spiegato loro che non siamo ancora proprio entrati nel vivo del metodo, ma che comunque ne abbiamo già capito il fulcro: il lavoro sulla scrittura come processo.<br />
<br />
Chiedo ai miei colleghi del co-teaching nel mitico gruppo Facebook "Italian Writing Teachers": voi come fate a gestire le minilessons con esercizi di scrittura correlati (per esempio sui generi letterari) e la scrittura libera sulla base del taccuino? Ci state coi tempi? Io trovo difficile anche destreggiarmi tra lettura e scrittura, perché mi pare di non avere mai abbastanza tempo!<br />
<br />
Grazie e a presto!</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-22267396064120855392016-10-02T09:46:00.002-07:002016-10-02T09:47:06.620-07:00LA LETTURA IN CLASSE E A CASA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ecco qui i primi passi del laboratorio di lettura (dopo la lezione introduttiva).<br />
<br />
Ho chiesto ai ragazzi di portare a scuola un libro che stavano leggendo o che avrebbero avuto intenzione di leggere e/o un libro che avevano amato e quindi da consigliare ai compagni (meglio se si trattava di un libro letto per le vacanze e già presentato nelle "book conferences" di inizio anno).<br />
<br />
In classe abbiamo assegnato a ciascuno un libro da leggere, di modo che tutti ne avessero uno sotto mano. Io mi sono segnata tutti i titoli per avere sotto controllo chi sta leggendo che cosa.<br />
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A quel punto ho dato 15 minuti in cui ciascuno si leggeva il proprio libro. Mai avuto un silenzio così in classe, un silenzio produttivo!<br />
<br />
Ho dato lo stop e ho chiesto quante pagine avessero letto in quei 15 minuti: ovviamente mi sono segnata il numero di pagine lette da ciascuno e anche a che pagina fossero arrivati. Come compito per casa ho chiesto di leggere almeno mezzora, quindi mi aspetto che leggano il doppio delle pagine lette in classe.<br />
<br />
Porterò avanti in questo modo il laboratorio di lettura: da una parte incentiverò la lettura quotidiana di libri personali (segnandomi sempre il numero di pagina raggiunto) e ne controllerò lo svolgimento tramite attività in classe di comprensione (per iscritto) e di confronto tra pari (orale) su quanto letto (le domande che porrò sono di volta in volta l'episodio più significativo che è successo, la presentazione di un personaggio, le previsioni su come proseguirà la storia, etc...). Alcuni spunti per possibili domande si possono trovare <a href="http://bookunitsteacher.com/blog/oct2015/questions.pdf">qui</a>. Alla fine, potrò chiedere la recensione scritta o orale del libro letto: orale se il libro è piaciuto e lo si vuole consigliare agli altri, scritta se svolta in modo un po' alternativo, secondo i suggerimenti che si possono trarre <a href="https://drive.google.com/file/d/0B4kvswNBBRQBQnhRRDdHYUd0X00/view?usp=sharing">qui</a>.<br />
Dall'altra parte, ho iniziato la lettura in classe del testo di A. Christie, <i>Dieci piccoli indiani</i>: lo leggo io ad alta voce, i ragazzi si appuntano su un foglio dedicato parole non note, nomi geografici, aggettivi che li copliscono... L'idea è di lavorare sulla lettura consapevole in classe fornendo un modello per le proprie letture personali. Quindi anche in questo caso si discuterà, ci si confronterà sulle previsioni, etc... Naturalmente questo libro mi permetterà di affrontare il genere giallo, che poi vedremo anche sull'antologia.<br />
<br />
Proseguendo nelle attività, dovrò stare attenta a coordinare tutte le attività di lettura e scrittura... Non sarà facile! Sarà che sono solo all'inizio, perciò la cosa mi spaventa un po'... Forse, però, riesco a coinvolgere un collega! Chissà!<br />
<br /></div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8897819434370174315.post-55765716922479059542016-10-02T08:33:00.004-07:002020-12-30T14:24:59.858-08:00Lezione introduttiva al laboratorio di lettura e scrittura<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Finalmente ho introdotto il laboratorio ai miei ragazzi di seconda.<br />
Ho utilizzato <a href="https://drive.google.com/file/d/1tdDi25X2xn3EzBMD0Soo2aoz-RJVnEOE/view?usp=sharing" target="_blank">questo file</a> di mia creazione, nel quale ho inserito il link del cortometraggio "I fantastici libri volanti di Mr Morris Lessmore", che è piaciuto moltissimo e che ho conosciuto tramite il mitico gruppo Facebook degli insegnanti di italiano guidati dalla prof.ssa Poletti Riz.<br />
<br />
In realtà la lezione non è andata proprio come avevo programmato, perché gli imprevisti sono sempre all'ordine del giorno: visto che nel nostro plesso c'è un solo proiettore per le 6 classi presenti (ci sarebbero anche delle LIM in alcune classi, ma inutilizzabili o mezze rotte), benché l'avessi prenotato io, l'ho condiviso con un'altra collega, perciò l'ho avuto a disposizione solo per mezzora, praticamente!<br />
<br />
Quindi mi sono regolata così: ho mostrato il cortometraggio e ci abbiamo riflettuto sopra a caldo; poi ho proiettato la parte pratica con la suddivisione del quaderno. L'attività di riflessione scritta sulla lettura l'ho data per compito, dando il link del padlet solo per dar la possibilità di leggere le domande guida nel titolo del padlet stesso.<br />
La lezione successiva, abbiamo letto in classe le riflessioni personali e io le ho trascritte in sintesi sul padlet. Poi ho ritirato gli scritti per correggerli e dare un giudizio (una lettera da A ad E) da inserire nel mio quaderno. Il giudizio non è riportato sul loro foglio, ma lì ho scritto solo dei suggerimenti per rivedere e migliorare il testo (a loro discrezione). Nella prossima lezione di laboratorio, spiegherò la "torta dello scrittore" con le varie fasi di scrittura: in quell'occasione, mostrerò come scrivo io un testo con argomento suggerito da loro, facendo vedere come si usa il block notes. A quel punto, nel tempo rimanente i ragazzi potranno mettere in pratica il metodo sul loro testo sulla lettura oppure scrivere le loro impressioni/paure/aspettative sul metodo e sul loro modo di scrivere.<br />
<br />
Non vedo l'ora di entrare nel vivo del laboratorio, anche perché man mano che agisco mi chiarisco anch'io le idee!</div>
Angela Pludahttp://www.blogger.com/profile/13045974338081838837noreply@blogger.com4