martedì 10 settembre 2019

BOZZA DI PROGRAMMAZIONE IN QUARTA LICEO SCIENZE UMANE

Dopo una full immersion nel metodo del Reading and Writing Workshop grazie a una forza della natura di nome Loretta De Martin, sono tornata carica di idee per programmare le attività nelle mie classi. Le difficoltà di applicazione del metodo al triennio di un liceo sono non indifferenti. Però mi sono cimentata nell'impresa e, cogliendo gli stimoli di Loretta e i suggerimenti di Stefano Verziaggi, nonché avendo come faro il prezioso esempio di Sabina Minuto, ho prodotto una bozza di programmazione (da lasciar decantare per qualche giorno) per la mia quarta Scienze Umane.
Preciso che, avendo frequentato il corso di dibattito regolamentato con Novella Varisco e volendo portare avanti un progetto d'Istituto, devo inserire anche questa attività.


Settembre/metà novembre: focus sul READING.
Veloce introduzione a Umanesimo, Rinascimento e Manierismo (non in pura lezione frontale, ma lavorando anche in gruppo su alcuni video e manuale per estrapolare insieme le parole-chiave) e due autori: ARIOSTO (con lettura di ampi stralci dal Furioso raccontato da Calvino), con evoluzione del genere in TASSO (solo Tancredi e Clorinda e qualche passo per far capire le differenze) e MACHIAVELLI, con lettura ad alta voce della Mandragola.

Si scriverà come attività di sostegno alla lettura e alla comprensione del testo; magari si confronteranno le proprie analisi con qualche pagina critica quindi si lavorerà al commento letterario.

A fine modulo: tema di tipologia A (che nella parte di commento personale potrebbe arrivare a cucire insieme testi già prodotti sul quaderno). In itinere interrogazioni o valutazioni sugli interventi in classe.

Metà novembre-dicembre: focus sul WRITING
Testo espositivo e introduzione all'argomentativo (ricerca delle fonti e documentazione; evitare il plagio; struttura dei paragrafi; scopo e destinatario; prendere posizione: costruirsi un'opinione; analizzare un testo argomentativo: struttura e analisi delle prove addotte; evitare le fallacie logiche).
Alla scadenza consegnare un testo espositivo e uno argomentativo.

A FINE QUADRIMESTRE VOTI: 1 tema abbastanza tradizionale e 1 tema in modalità laboratoriale; 1 interrogazione più valutazione sulla partecipazione alle attività laboratoriali di classe.

Durante le vacanze di Natale assegnare a scelta una commedia di Goldoni o Vita di Galileo di Brecht da leggere.

Gennaio: inquadramento di Seicento e Settecento con analisi a gruppi e in plenaria dei testi letti per le vacanze. Leggi qualche stralcio della Vita di Alfieri e di Goldoni; un paio di sonetti di Alfieri.
Alla fine: tema tradizionale di tipologia A

Febbraio: testo argomentativo e dibattito. Dibatti oralmente e poi fai trascrivere per la valutazione scritta.

Marzo/metà aprile: Neoclassicismo e Romanticismo; Foscolo (Dei sepolcri e sonetti) e Manzoni (leggi l'Adelchi a voce alta).
Tema di tipologia A / commento letterario

Metà aprile/maggio: READING: Dante, alcuni canti di Purgatorio e Paradiso.

A fine quadrimestre: due temi tradizionali, interrogazioni o apporti personali nel laboratorio, voto orale sul dibattito; valutazione del testo argomentativo nato dal dibattito; testi prodotti su quaderno o taccuino...

Durante l'anno si lasciano 10 minuti di ogni lezione per la lettura personale o per conversazioni sui libri in lettura personale o per booktalk. Chiederò delle annotazioni sul quaderno (potrei accennare alla possibilità del taccuino, ma è una classe secondo me che non è pronta; magari qualcuno lo potrebbe portare avanti) per agganciare il reading in classe alle proprie letture personali (strategie di lettura che usiamo in classe da applicare sui libri che stanno leggendo).

Certo, questa impostazione non è quella vera del RWW, ma vi si ispira per alcune attività e per certi moduli. Avendo l'Esame di Stato come spada di Damocle, devo esercitare i ragazzi a lavorare sulle tipologie A, B e C, quindi devo chiedere anche temi tradizionali (che per ora mi danno sicurezza). Certo, posso permettere loro di accedere alle annotazioni sul quaderno e magari posso concedere più tempo per lavorare anche a revisione ed editing. Tuttavia, devo portarli a stare dentro i tempi previsti dall'Esame.

Per la letteratura, l'idea è di partire dal testo e poi arrivare all'analisi e alla critica, salvo un inquadramento storico-culturale iniziale.

Spero di non aver dimenticato nulla, perché di carne al fuoco ce n'è tanta e solo facendo e sperimentando vedrò se sono sulla strada giusta.

Buon inizio anno a tutti!

giovedì 18 luglio 2019

Dopo Vicenza... un tentativo di programmazione più efficace!

Vicenza, 16 luglio 2019. Ufficio Scolastico Provinciale. Una cinquantina di professori di Lettere di ogni ordine di scuola, dalla Primaria alla Secondaria di II grado. Denominatore comune: entusiasmo per il  metodo del Reading and Writing Workshop. Valore aggiunto per me: essere in compagnia delle mie super amiche che non vedo così spesso come prima, ora che abito a San Stino.

Subito capisco qual è il punto di forza di questo tipo di formazione: non servono preamboli inutili, qui tutti parliamo già un linguaggio comune. Non serve spiegare che cosa sia una minilesson, quali siano i cardini del metodo. Lo sappiamo già tutti e andiamo oltre: vogliamo confrontarci sulle questioni nodali, sulle difficoltà che abbiamo incontrato sporcandoci già le mani, cerchiamo di capire le soluzioni che altri hanno trovato a problemi comuni.

E poi abbiamo scritto sul nostro taccuino: abbiamo sentito sulla nostra pelle le sensazioni che provano i nostri alunni di fronte alle nostre richieste. L'idea è di mettersi nei loro panni per provare a capire meglio le loro eventuali difficoltà e i loro bisogni.

Finalmente ho potuto associare nomi e volti, profili Facebook e persone reali.

Che cosa ha agito più in me dei tanti stimoli ricevuti?
Direi l'intervento di Loretta De Martin e di Stefano Verziaggi.
Per sperimentare sugli albi mi sento troppo indietro rispetto all'alto livello proposto da Daniela Pellacani, e dall'altra parte qualcosa ho già fatto in quella direzione.
Porto a casa anche la bella riflessione di Simona Malfatti sull'insegnamento di una seconda lingua e so che ci devo riflettere su per tirarci fuori spunti per l'insegnamento del latino. Ma devo meditare molto.

Invece Loretta e Stefano hanno proprio colpito nel segno: hanno captato i miei bisogni del momento, perciò le loro dritte agiscono proprio nell'immediato.

Veniamo al dunque: ho iniziato a programmare per la mia futura seconda articolata (liceo classico/scienze umane). Secondo i suggerimenti ricevuti, analizzo la situazione di partenza di questa classe.

Essa ha accolto in modo favorevole la proposta dell'italiano in forma laboratoriale, e il punto di partenza è abbastanza buono. Rispetto all'anno scorso, c'è bisogno di dedicare più tempo alla scrittura in classe (spesso l'anno scorso non c'era tempo e gli alunni facevano molto a casa) e di dare il via alle consulenze. Non ci sono particolari situazioni drammatiche nel modo di scrivere dei miei alunni: diffusi errorini di ortografia a cui mi sono abbastanza assuefatta, ormai (ci vorrà moooolta pazienza per estirparli, sempre che ci riesca); errori da combattere con tutta me stessa sull'uso dei tempi verbali e dei pronomi (anche questi piuttosto diffusi); in generale livello un po' piatto di contenuti (troppa sintesi, oppure periodi sandwich, alcune banalità...). L'anno scorso abbiamo lavorato sui fondamentali della narrazione (semini non angurie, curva narrativa/focalizzazione, show don't tell soprattutto) e ho visto dei bei risultati: in generale il livello di scrittura si è alzato, c'è più consapevolezza nella scrittura. Vorrei riprendere da qui l'anno prossimo e cercare di lavorare sulla forma e sulla struttura del testo. E devo incrementare l'uso del taccuino non tanto in classe, dove spesso lo facevo estrarre per lampi di scrittura e come sostegno alla lettura, quanto a casa (l'anno scorso chiedevo due annotazioni a settimana ma non stavo sempre a controllare).
Per quanto riguarda la lettura, ho moltissimi lettori voraci in classe, la lettura in generale ha preso piede, i ragazzi tra loro parlano di libri e si consigliano libri, tuttavia vorrei andare oltre: il passo successivo e tappa obbligata è la lettura profonda, non solo in classe, ma anche sui libri personali. L'anno scorso abbiamo iniziato, ma quest'anno bisogna darci dentro!

Vediamo gli obiettivi che mi pongo per la seconda: ripresa del testo narrativo, laboratorio di poesia, introduzione del testo espositivo/argomentativo. Devo traghettare i ragazzi all'analisi del testo letterario sia in prosa che in poesia. Bisogna necessariamente passare per l'Eneide e i Promessi Sposi.

Cerco di lavorare per percorsi modulari, come mi ha suggerito Stefano, non troppo lunghi (come suggerisce Loretta).

Ecco qui che cosa ho in testa:
1 h di grammatica e 3 h di laboratorio.

Ottobre-metà novembre: Eneide (lettura ma anche scrittura: focus sul testo narrativo, la costruzione del personaggio, temi e scopi della narrazione...). Non so se inframmezzare la narrazione con collegamenti ad albi illustrati sul tema del viaggio (mi ha colpito molto quello letto da Daniela all'incontro vicentino) e magari poesie... Però l'idea è di leggere parecchi passi dell'Eneide, anche libri interi... Sicuramente dall'I al IV, poi un salto al VI e qualche passo della seconda parte, quella più iliadica.

Valutazioni: entro metà novembre, consegna di un testo narrativo; valutazione del lavoro sul taccuino, sul processo (bozze, interventi in classe di riflessione in fase di reading etc...); verifica di conoscenze sull'Eneide con piccolo commento letterario (se riesco a lavorarci) basato sulle proprie interpretazioni (partendo dai propri schemi ad Y).

Novembre-dicembre: laboratorio di poesia; autobiografia in forma poetica e analisi dei mentor texts e dei propri pezzi (lavoro su contenuto e forma, sugli strati della poesia).
Prodotto atteso (da valutare): una selezione di proprie poesie con commento (analisi e process paper); un commento di una poesia presentata come mentor text e su cui si è riflettuto in classe.

Gennaio - metà febbraio: immersione nei Promessi Sposi, magari con un percorso tematico (per esempio il tema del viaggio, per richiamare un po' l'Eneide: viaggio come spostamento e come crescita personale). In writing lavorare ancora sull'analisi del testo narrativo in prosa e poi sulla scrittura del testo narrativo (magari chiedo un racconto di formazione o storico???).

Valutazione: un proprio testo narrativo da produrre entro metà febbraio; un commento, una pagina critica sui Promessi Sposi su un passo letto (oppure proposto come nuovo e su cui richiedo preconoscenze, analisi del personaggio etc...); il lavoro di reading sul taccuino.

Febbraio-maggio: propongo tre percorsi più o meno contemporanei. Prima avevo pensato di dedicarmi completamente per un mese e mezzo alla scrittura di un testo espositivo/argomentativo con full immersion, ma temo che i ragazzi lo trovino pesante. Allora ho trovato un compromesso: farò la solita ora di grammatica, un'ora di letteratura delle origini (così riprendo il lavoro sulla poesia del I quadrimestre) e 2 ore di writing a settimana su espositivo e - pian piano - argomentativo (cioè portarli a maturare una propria opinione su notizie che sentono e che leggono etc...). Mi appoggerò su albi illustrati di tipo espositivo, ma anche su articoli di giornale di attualità.
Se mi ci sta, vorrei proporre un piccolo modulo (verso la fine dell'anno, in cui sono stanchi) sul teatro, solo per il gusto di leggere e per entrare un po' nelle caratteristiche della tipologia testuale. Non mi dispiacerebbe lavorare sulla creazione di un piccolo spettacolo sulla base di qualcosa letto o prodotto durante l'anno. Per esempio mi era venuto in mente qualcosa di carino sull'Eneide (proporre l'ultimo giorno di scuola una sorta di "puntata teatral-televisiva" sulla geografia dell'Eneide, con video dei luoghi e lettura di passi significativi. Ma è solo un'idea).

Ecco, questa la programmazione di massima. Sarà sostenibile? Sarà efficace?

Ora devo concentrarmi sui singoli percorsi per selezionare obiettivi tecnici e minilesson.



domenica 9 giugno 2019

Lo choc del primo anno alle superiori

Avevo tanto sognato di diventare prof al liceo e questo sogno inaspettatamente si è avverato anche abbastanza presto (dopo 3 anni di precariato e 6 anni di ruolo alle medie, all'età di 36 anni). Non nascondo, però, che passare dall'altra parte sia stato un vero e proprio choc!

Ho trovato un ambiente un po' più stagnante, meno aggiornato, più ancorato alla tradizione, per i miei gusti a volte un po' troppo ingessato, troppo formale. Durante le lezioni sono stata richiamata più volte dai colleghi perché troppo casinista! Perché io facevo giocare in classe con le regole del latino, facevo recitare, facevo lavorare a gruppi: niente silenzio religioso in classe...

Devo dire che poi pian piano i colleghi hanno conosciuto me e io ho conosciuto loro, e le cose sono andate meglio.

Lavorare con i ragazzi non mi ha messo in crisi: mi sono sempre divertita, ho ricevuto da loro parecchi stimoli. Certo, i ragazzi diciassettenni sono meno malleabili degli undicenni, hanno già i loro pregiudizi, una loro idea ormai cristallizzata di scuola: non è stato facile chiedere loro di lasciarsi andare alla creatività, per esempio, benché poi molti si siano buttati, si sono fidati! In prima è stato più semplice, anche perché ho trovato una classe aperta e motivata, direi gioiosa. Sì, sono stata proprio fortunata con le classi quest'anno: una prima di gente entusiasta, una seconda di ragazzi (mi verrebbe da scrivere ragazze perché c'era solo un maschio!) splendidi, una terza sfidante ma accogliente.

Un'altra fortuna? Avere un collega di sostegno in classe per molte ore con la stessa mia passione per l'insegnamento: abbiamo progettato insieme praticamente tutte le attività, ci siamo confrontati quotidianamente su successi, insuccessi, stato dei ragazzi etc...

Nonostante tutte queste premesse positive, è stato un anno durissimo: l'adattamento in un sistema nuovo, le frequentissime malattie dei bambini, il senso di inadeguatezza costante, il mio perenne sentirmi alla rincorsa, l'ansia da prestazione sono tutte sensazioni che ho ancora sulla pelle. La scuola è finita, ma il mio cervello è ancora in allerta, lo stomaco contratto. Ci sono ancora gli scrutini, le scadenze, etc...

Ora, però, ho bisogno di respirare un secondo e di guardarmi indietro, di fissare bene nella mia testa che cosa è funzionato e che cosa no, facendo tesoro anche dei suggerimenti dei miei ragazzi.

Procedo con ordine:
- classe prima, italiano: sono soddisfatta di come ho gestito la selezione dei contenuti, però devo essere più aderente a una routine di lavoro in classe, altrimenti i ragazzi si disorientano. L'anno prossimo in seconda vorrei provare a lavorare a blocchi, per unità di apprendimento, frenando le mie ansie e le insicurezze. Devo partire dalle competenze e non dai contenuti, senza farmi condizionare dalle idee di altri miei colleghi. Io so che è giusto così, perciò non devo vacillare, come mio solito.

- classe prima, latino: io qui se potessi abbandonerei subito il metodo tradizionale, che funziona poco. Ho commesso degli errori quest'anno, in primis di ritenere semplici dei passaggi che per i ragazzi sono risultati complicati. Devo imparare a capire meglio dove si celano le difficoltà per gli alunni. Sono soddisfatta, invece, di aver introdotto la rappresentazione grafica della morfosintassi, nonostante i limiti che può avere: peccato non averla pensata subito! In realtà ho dovuto fare lo sforzo di capire che cosa succede nella mia mente quando procedo in automatico alla traduzione. Mi ci è voluto del tempo. Mi dispiace. Per gli anni prossimi, anche in latino vorrei creare una sorta di routine da ripetere lezione dopo lezione, per aiutare i ragazzi a creare automatismi. Ci devo lavorare. E soprattutto devo fidarmi più di me stessa e sganciarmi dal manuale.

- classe seconda, latino: è la classe dove mi sembra di aver dato meno e di avere raccolto di più! L'ho già detto che questi ragazzi sono stati semplicemente meravigliosi. Abbiamo lavorato molto e anche giocato un pochino: la didattica ludica è sempre apprezzata! Mi è piaciuto molto fare Catullo con loro attraverso la traduzione contrastiva.

- classe terza, italiano: qui hanno fatto breccia i lavori di gruppo e i lavori creativi, ma anche la lettura de Il libro di tutte le cose in classe. La letteratura e Dante sono state un successo (Dante imparato a memoria, gustato senza troppe menate critiche), un po' meno il laboratorio di lettura e scrittura, che non sono riuscita a seguire come avrei voluto. I ragazzi hanno apprezzato quei pochi momenti di scrittura in classe, quando dovevano scrivere di se stessi. Il problema è che loro sono grandi, quindi devo traghettarli verso una scrittura più eterocentrata, più argomentativa. Questo è un nodo che dovrò sciogliere. Credo che potrebbe funzionare il fatto di aderire al progetto "Quotidiano in classe", magari mettendo in piedi una sorta di redazione. Vediamo!

- classe terza, latino: un vero fiasco. Tantissime energie spese e risultati raggiunti scarsissimi. Ragazzi ostili alla materia, demotivati, impreparati (neanche rosa rosae). Le ho provate tutte, ma pochi ragazzi hanno effettivamente portato a casa un miglioramento. Credo che l'anno prossimo la giocherò tutta sugli autori: letture interessanti per poi affondare sulla riflessione linguistica (e lessicale).

Che cosa mi porto a casa da quest'anno scolastico? Sicuramente la conferma che il vero apprendimento sia EMOZIONALE, DI PANCIA! Altrimenti è solo studiacchiare per la verifica, appiccicarsi delle etichette in testa da rimuovere dopo pochi giorni.
Vorrei anche provare, quest'estate, a programmare dei veri percorsi di apprendimento con valutazioni in itinere per far capire che non si studia solo per la verifica, ma sempre!
Infine, ho bisogno di lavorare tantissimo per la predisposizione del laboratorio di lettura e scrittura. Non riesco ad applicarlo come alle medie, devo rimetterlo a punto, scegliere una strada ben definita e seguire quella.

Insomma, tanto da studiare, tutto da migliorare. AVANTI TUTTAAAAA!!!!!!