mercoledì 30 dicembre 2020

DAD: CHE COSA VA SALVATO E CHE COSA VA CAMBIATO

30 dicembre 2020. Tempo di speranze e buoni propositi. Speranze relative alla scomparsa graduale del Covid ovunque e soprattutto a scuola; buoni propositi relativi agli errori da evitare, alle nuove idee da sperimentare. Nella mia riflessione mi ha aiutato molto un articolo di Pietro Alotto (leggibile qui), oltre ovviamente all'esperienza diretta. 
 PARS DESTRUENS 
 - Folle per gli alunni e gli insegnanti stare incollati al pc tutta la mattina (nella mia scuola si parla di 4 o 5 ore, a volte 6, tutti i giorni, dal lunedì al sabato); le pause da 15 minuti ogni ora non sono risolutive. Bisogna poi aggiungere che i "compiti" che assegniamo in asincrono sono da svolgere al pc e da caricare su Classroom, quindi altre ore passate a pc da aggiungere al computo (per i docenti queste ore sono peraltro incalcolabili); 
- La scuola in presenza così come è tradizionalmente organizzata ha le sue pecche, figuriamoci la sua trasposizione in modalità DAD: un fallimento, perché gli alunni "bravi", autonomi, responsabili seguono lo stesso, magari facendo un po' più di fatica e senza l'alleggerimento dato dallo stare in mezzo agli altri, mentre chi è più dispersivo o meno motivato si smarrisce ancor di più nella scuola digitale (ha più strumenti per marinare le lezioni, può copiare alla grande etc...); 
- Ecco, parliamo di valutazione: il mondo delle verifiche canoniche e, parzialmente, delle interrogazioni subisce sabotaggi continui, e i docenti sono disarmati di fronte a questi attacchi. Certo, qualche soluzione più valida di altre c'è, ma non esiste la certezza che i nostri alunni abbiano svolto in completa autonomia quiz, test, verifiche che abbiamo loro propinato tramite Google Form, Kahoot, Socrative o simili;
- Questione "comunicazione": da una parte sempre mediata da uno schermo, dall'altra ipertrofica (registro di classe, chat di Classroom, gruppi Whatsapp, messaggi privati legati ai compiti assegnati in piattaforma, email istituzionali, colloqui individuali su Meet...), cioè insostenibile per il docente e dispersiva per l'allievo, che ha la costante paura (quello responsabile, eh?) di essersi perso qualcosa da qualche parte; 
- per quanto riguarda le mie discipline specifiche: se si esula dalla lezione frontale, a volte assai complicata ("Prof, l'abbiamo persa!", "Ragazzi, mi sentite?" etc...), non ci sono molte alternative attuabili: i lavori di gruppo sono fattibili, ma di gestione assai complicata, la Flipped Classroom funziona in alcune classi (quelle con gli alunni diligenti) e forse meglio con alcune discipline, mentre per esempio con l'italiano un po' meno: leggere insieme i testi con i cuori vibranti all'unisono è magico, assegnare le letture autonome per casa o i video con la spiegazione delle stesse è freddo, a volte difficile, asettico, quindi controproducente. Della valutazione ho già parlato: le versioni di latino o le interrogazioni sui verbi a memoria sono una farsa; i temi di italiano facilmente copiabili da internet o come minimo svolti in maniera collaborativa. 

 ERRORI CHE HO COMMESSO O CHE HO RISCHIATO DI COMMETTERE: 
- lezioni basate sull'ascolto dell'insegnante: dopo un po', poi con la connessione che va e che viene, diventano insostenibili anche per gli alunni dotati delle migliori intenzioni (e poi a casa ci sono mille distrazioni, si sa); 
- Troppe, davvero TROPPE VERIFICHE: l'ansia di avere un numero CONGRUO di voti gioca brutti scherzi. Ma la scuola non può ridursi a uno squallido verifichicio... 
- trasformazione della scuola in modalità H24, sia per gli insegnanti che per gli alunni (tanto non hanno altro da fare, no?); - utilizzo di modalità di valutazione solo FINALI, sommative, molto incentrate su conoscenze e abilità, poco sulle competenze; 
- LOTTA IMPARI CONTRO INTERNET E I METODI "COLLABORATIVI" degli studenti: non è che forse sia il caso di accettare che queste cose esistano e di progettare dunque attività che le contemplino anziché inevitabilmente soccombere? 

 CHE COSA HO INDOVINATO, INVECE? 
- Lavori di gruppo in Meet: per gestirli dopo ogni lezione perdevo anni di vita, ma con risultati apprezzabili! Ho imparato ad aprire più stanze di Meet alle quali si collegavano gli alunni divisi in gruppi. Il meccanismo funziona meglio se le attività da svolgere in gruppo sono veloci e poi prevedono una restituzione finale nella "stanza madre" della lezione. Io, però, non sono un'esperta di sintesi, quindi spesso non riuscivo nella stessa lezione (della durata di 45 minuti) a dare le indicazioni, lasciare il tempo necessario per l'attività e poi finire la condivisione in plenaria. Comunque questa si piò lasciare anche alla lezione successiva, o, meglio, si può prevedere una parte di gruppo che poi vada conclusa singolarmente a casa con restituzione su Classroom; 
- Azioni di tutoraggio tra pari: ho sfruttato il sistema delle diverse stanze su Meet anche per attività di recupero attraverso il cosiddetto "peer tutoring". Ai ragazzi è piaciuto, e c'è da dire che laddove non funzionasse Meet i ragazzi potevano sopperire utilizzando Whatsapp, chiamate etc... 
- Apertura delle lezioni tramite brevi video introduttivi (da guardare anche per casa: ma devono essere di pochi minuti, altrimenti non c'è speranza) tramite cui poi far fare lettura selettiva sul manuale per visualizzare i concetti chiave di un evento o di un autore o di un periodo storico; 
- Creazione o reperimento di brevi video mirati su un aspetto specifico (per esempio di grammatica latina) per poi far svolgere degli esercizi in modalità autocorrettiva (con soluzione fornita subito dopo);
- Utilizzo di esercizi on line interattivi con soluzione immediata sia per il ripasso che per il recupero (in latino ne ho trovati alcuni su declinazioni e coniugazioni verbali); 
- Lezioni molto operative: brainstorming per il ripasso (Es.: "Ognuno di voi mi dica una parola o un concetto chiave sul Decadentismo"), caccia al tesoro (Es.: "A gruppi, trovate le risposte a queste domande tratte dal capitolo 4 di storia: vince il gruppo che fa prima e risponde correttamente": non si imbosca nessuno, credetemi!), dibattiti, condivisioni sulla propria interpretazione di una poesia letta insieme, reading teatrali dove confluiva il lavoro di diversi gruppi... 
- Per la valutazione: creazione di quiz molto veloci in Google Moduli (diverse versioni della verifica, domande somministrate in ordine casuale, tempo per la consegna ridotto); conversazioni di gruppo a partire da temi di ampio respiro; prodotti di gruppo (ad esempio mappe concettuali di storia o powerpoint da presentare a lezione) con il supporto di un diario o portfolio narrativo dove i singoli alunni possano tener traccia dell'esperienza vissuta, delle emozioni provate, delle riflessioni sorte anche in chiave autovalutativa. 

 QUANDO L'INCUBO DELLA DAD SARA' FINITO, CHE COSA SI POTRA' SALVARE? (PARS CONSTRUENS) 
Perché ci sarà pur qualcosa da salvare, no? Innanzitutto parto dalla mia idea di scuola ideale in presenza: non una didattica "a ore", ma un luogo dove si possa dar vita a progetti culturali importanti attraverso l'interconnessione tra diverse discipline, il lavoro collaborativo (che deve essere sentito come significativo) e la ricaduta all'esterno dell'Istituto. Non riesco ad immaginare come tutto ciò si possa attuare nella logica delle 18 ore a insegnante con classi "pollaio" divise con l'unico criterio dell'età, ma, dopo anni che insegno e mi interrogo su ciò che combino, ormai so che la "scuola-spezzatino" sul modello esclusivo spiegazione/verifica non può funzionare. Certo, i "bravi" ("bravi" a far che, poi? A capire che cosa richiede l'insegnante e ad eseguire ordini? Questo basta ancora nel mondo là fuori??) possono continuare a starci in un sistema così, chi ha talento magari riesce lo stesso a non perdersi, spesso contando su quello che può trovare AL DI FUORI della mera offerta scolastica. MA GLI ALTRI?? TUTTI INDEGNI?? TUTTI FANNULLONI?? Mah... 

 In attesa che il mio sogno diventi realtà, intanto penso a come rendere il mio piccolo mondo (le mie 4 ore di italiano o le mie 2 o 3 ore di latino o geostoria) un mondo migliore. Che vuol dire per me migliore? Direi in primis MOTIVANTE, ma anche EFFICACE (voglio che i miei alunni sentano che nelle mie lezioni qualcosa si impara!), mi piacerebbe dire persino INCLUSIVO se non puzzasse troppo di retorica, quindi scelgo il più convincente aggettivo COINVOLGENTE. 
 Subito mi balzano in mente le potenzialità dei quiz su Google Moduli, da utilizzare, però, come verifiche formative, cioè, uscendo dal burocratichese, come test per capire nell'immediato se gli alunni stanno seguendo, se stanno capendo e imparando (per esempio le strutture morfosintattiche latine). Quindi niente voto ma correzione (e autocorrezione) immediata. Alla fine del mese (o del bimestre) si vedono tutti insieme i punteggi del quiz e si dà un'unica valutazione (nella quale si tenga conto anche delle capacità di reazione di fronte a un fallimento, della costanza o meno dello studio, della curva di apprendimento in crescita o decrescita). 
Un altro ingrediente da salvare è la laboratorialità, anche sfruttando Classroom (ormai che abbiamo imparato ad usarlo...) e capovolgendo, quando serve, la classe, per esempio chiedendo di vedere dei video e di discuterne a gruppi allo scopo di produrre insieme qualcosa (rispondere a delle domande? Dare una risposta di gruppo a un quesito aperto?). Trovo sia imprescindibile la modalità del laboratorio con i temi di italiano: non ci si può fermare ai temi canonici come uniche occasioni di scrittura supervisionata dal docente... Ho in mente di continuare a creare "Lavori del corso" in Classroom su piccoli scritti mirati (così sono anche veloci da correggere) e/o magari di chiedere ai singoli alunni di creare una cartella condivisa con me delle loro produzioni (anche scrittura libera) per applicare con organicità le strategie del Reading and Writing Workshop (rimando al sito https://www.italianwritingteachers.it e al blog di Sabina Minuto: https://sabinaminuto.wordpress.com/). 
Per quanto riguarda lo studio della letteratura (e in particolare della poesia), rifarei anche attività come "Adotta una poesia di..." o "Riscrivi in chiave moderna la poesia di..." con l'invito agli alunni di lasciarsi andare con i testi poetici, di far sì che essi parlino a loro in questo momento. Oltre allo studio rigoroso della "storia" della letteratura, del contesto socio-culturale e quant'altro, deve esserci un dialogo tra il testo poetico x e il neolettore, perché è in ragione di tale dialogo che quella poesia è stata letta e riletta salvandosi dall'oblio. E secondo me il docente deve porre (e far porre agli studenti) domande aperte sui testi, non solo quesiti chiusi di cui sa già la risposta. Lo ricordo più che altro a me stessa perché spesso me ne dimentico e magari costruisco fantasmagoriche attività dove, stringi stringi, voglio che gli studenti arrivino a dire quello che ho già pensato io (o il critico tal dei tali). Un po' va bene (non è che un testo possa dire tutto e il contrario di tutto), ma in letteratura qualche deviazione è accettabile (purché ogni ipotesi sia costruita sul testo). 
Auguro poi a me stessa di trovare finalmente una maniera sostenibile (per me e per i ragazzi) di valutare e infine voglio annotarmi la necessità di inventare attività complesse da far svolgere a gruppi dove "copiare" dagli altri o da internet diventi un passaggio obbligato per riuscire a portare a termine il compito, evitando però che tutto si esaurisca in un copia-incolla. Potrebbe essere, per esempio per italiano, un lavoro di sintesi a partire dall'analisi di documenti nuovi oppure il confronto tra due testi appartenenti a una corrente o a un periodo storico studiati; o ancora la presentazione alla classe di un movimento letterario attraverso la lettura di alcuni testi e utilizzando come mediatore didattico una mappa concettuale... Per latino si potrebbe optare per la traduzione di un testo complesso parzialmente rielaborato (passi d'autore tali e quali si possono copincollare da internet) oppure per la rielaborazione linguistica di un testo dato insieme alla traduzione (quindi chiedendo di inventare nuove frasi con il lessico a disposizione nella versione oppure di trasformare i tempi verbali o la sintassi...). Anche una ricerca di tipo lessicale può essere interessante (quali sono i modi per tradurre una certa parola? Perché l'autore ha usato proprio quella e non le altre?). Trovo poi sempre un esercizio meraviglioso la traduzione contrastiva. 
Concludo dicendo che secondo me l'attività più preziosa di tutte (anche in termini di piacere di apprendere e costruzione di relazioni significative) resta il teatro (dal semplice roleplay alla messa in scena di un'opera anche in forma ridotta). 
Sento di avere ancora molto da riflettere sulla valutazione, ma per ora è tutto! Chissà che il 2021 mi porti consiglio...