domenica 19 settembre 2021

PRIME LEZIONI DI LATINO GIOCANDO CON LA LINGUA

Ho una prima del Liceo delle Scienze Umane in cui insegno latino. Felicissima, perché anche quest'anno posso sperimentare. Parto dal presupposto che i ragazzi arrivano al liceo pieni di pregiudizi su questa lingua, che immaginano particolarmente ostica e noiosa. E ovviamente inutile.

Ormai si legge un po' ovunque il discorso che il latino sta morendo, che bisogna innovare la didattica, che il metodo tradizionale non è più adeguato ("O tempora o mores!"). Se ciò sembra chiarissimo per i docenti universitari che scrivono queste cose (recentemente per esempio ho letto le riflessioni condivisibilissime di A. Balbo su Accademia.edu e le interessanti proposte di altri docenti in questo articolo), io tuttavia mi trovo a constatare con una certa amarezza che a scuola non si muove una foglia. The wind of change is out of here. Immobilismo, se non vero e proprio astio verso ogni tentativo di cambiamento rispetto alla solita impostazione didattica. Per il quieto vivere meglio non nominare neppure il metodo natura!

In questo clima, io cerco nel mio piccolo, lavorando con gli strumenti "tradizionali", di costruire nelle mie classi lezioni un po' diverse. Qui riporto le prime due.

LEZIONE UNO 

Entro in classe, dico che adesso rifarò l'ingresso parlando sempre in latino per alcuni minuti, quindi niente paura! Li avviso che io mi rivolgerò loro con "Salvete, discipulae ac discipuli!" e loro dovranno semplicemente rispondere con "Salve, magistra!". 

Rifaccio l'entrata, rivolgo il saluto ai ragazzi, loro mi rispondono e tutto fila liscio. Poi comincio a giocare: "Surgite, discipuli!" e poi "Considite, discipuli!". Ripeterò fino alla nausea gli imperativi, così li impareranno senza troppa fatica! 

Quindi dico: 

Ego Angela Pluda sum. Mihi nomen est Angela. Ego magistra sum. Ego linguae Latinae magistra sum. Latinam linguam doceo. 

Scrivo alla lavagna "Ego Angela sum. Mihi nomen est Angela" e anche la domanda che comincio a rivolgere a tutti gli studenti: "Quod nomen tibi est?".

I ragazzi mi rispondono dapprima guardando i modelli alla lavagna e poi cominciano a memorizzare.

A questo punto comincio a variare:

Quis es tu? Esne tu Silvia? 

Varia anche la risposta: "Silvia non sum, sed Sara".

Poi si passa a "Qui estis vos?" o "Quis est ille?". "Quis es tu? Surge! Quomodo vales? Nunc conside!".

Insomma, chiamandoli un po' tutti, anche più studenti alla volta, usiamo i pronomi personali soggetto e tutte le voci del verbo essere. A questo punto interrompiamo l'interazione in lingua e scriviamo alla lavagna il prospetto del verbo essere con relativi pronomi. Io ho introdotto subito sia IS/EA (non il neutro: il discorso sul neutro va introdotto con calma in un secondo momento) sia ILLE/ILLA e anche i loro plurali naturalmente. I ragazzi non hanno avuto alcuna difficoltà. Sempre in italiano, ragioniamo sull'uso della particella interrogativa -NE. 

La lezione è stata leggera per i ragazzi ma molto produttiva. Per casa chiedo solo di ripassare e di leggere in italiano la paginetta che sul manuale viene dedicata alla spiegazione del latino come lingua sintetica con casi e declinazioni.

I ragazzi sono talmente carichi che il giorno dopo, quando li ritrovo per i corridoi, mi salutano con "Salve, magistra" e mi ripetono il verbo essere con tutti i pronomi, già perfettamente imparati.

LEZIONE DUE

La metterò in pratica tra qualche giorno. Ho preparato un semplicissimo Powerpoint con alcuni esercizi di ripasso e consolidamento. 

Eccolo qui: 

https://docs.google.com/presentation/d/1Wa8tq2GAS2UqJbfIc_W4vYYhCZhf5NNW/edit?usp=sharing&ouid=110896314052245045289&rtpof=true&sd=true

Per casa ho pensato di dare un paio di esercizi veloci del manuale sul riconoscimento di soggetto, PV/PN, oggetto, complementi predicativi. Il focus la volta successiva sarà su nominativo e accusativo: farò in parallelo le uscite del nominativo e dell'accusativo sia della prima che della seconda declinazione. Devo parlare poi del genere neutro e pian piano introdurre sia gli aggettivi di I classe (in parallelo ai nomi) sia il genitivo come modificatore del nome. Come testo di partenza userò il fumetto proposto dal manuale, cioè Pepe-Vilardo, Grammatica picta, Einaudi Scuola. 

Ci riaggiorniamo! 

mercoledì 8 settembre 2021

SPUNTI DI PROGRAMMAZIONE E UN'IDEA PER L'ACCOGLIENZA IN QUINTA LINGUISTICO

 Quest'anno per italiano avrò una quinta lasciatami in eredità. Naturalmente sono preoccupata, perché i ragazzi dovranno riabituarsi, e in fretta, a un altro metodo e inevitabilmente a un diverso approccio didattico, per quanto io possa sforzarmi di agire in continuità con l'insegnante precedente. 

Per quanto riguarda la storia della letteratura, so che dovrò partire da Manzoni e Leopardi, dunque dovrò prepararmi a tagli e sforbiciate. Gli autori fondamentali saranno:

POESIA (fino a febbraio):

- Manzoni (velocemente: i suoi legami col Romanticismo; la questione della lingua; l'idea di storia e letteratura. Testi: qualcosa dell'Adelchi e vediamo se il 5 maggio o Marzo 1821)

- Leopardi: bene

- Decadentismo: i poeti maledetti francesi, Pascoli, D'annunzio e le Avanguardie + cenni a Crepuscolari, Vociani etc.... Qui vedrei bene un percorso sul periodo e la crisi dell'intellettuale e il suo modo di porsi di fronte alla nuova società borghese e di massa; approfondimento sulla lingua di D'Annunzio

- Ungaretti (con focus sull'analisi del testo poetico: i testi brevi e pieni di immagini di Ungaretti sono una bella palestra e per altro piacciono molto; da far vedere anche il documentario sulla figura di Ungaretti realizzato dalla RAI, che mostra anche i suoi contatti con molti intellettuali del tempo)

- Montale: bene ---> legame con Dante (lettura di alcuni canti del Paradiso)

- poesie a scelta di Saba, Quasimodo, Pavese, Caproni, Luzi, Pasolini, Cucchi, Magrelli, Merini, Rosselli, Cappello...: l'idea è di lasciare la scelta ai ragazzi e che ciascuno proponga un approfondimento e una rosa di poesie alla classe


PROSA (da marzo a maggio):

- Tendenze di fine Ottocento e quindi Naturalismo e Verismo; Verga veloce con focus su alcune novelle

- Pirandello: bene

- Svevo: focus sulla Coscienza di Zeno

- Lettura integrale a scelta di un romanzo (anche in piccoli circoli di lettura) di Levi, Sciascia, Pavese, Fenoglio, Pasolini, Silone, Calvino, Cassola, Morante etc. con restituzione alla classe

Tutti i testi scelti dei vari autori saranno letti insieme in classe e preceduti e seguiti da attività di scrittura e discussione per favorire la sintonizzazione con questi stessi testi da parte dei ragazzi. 

Mi piacerebbe anche anticipare certi autori più recenti creando percorsi e collegamenti con gli autori che si affrontano nella prima parte dell'anno. Per esempio Manzoni/Vassalli o Pascoli/Pasolini oppure un percorso sull'uomo e la macchina (in senso lato) che può partire dal Futurismo (e in un certo senso anche da Leopardi e da Verga che criticano il progresso), passare per Pirandello, Svevo (il finale della Coscienza) e arrivare a collegare Orwell, Livello 7 di Roshwald e il recente Liberamente Veronica di Murraca sulla schiavitù dal cellulare. In particolare ho pensato di leggere in classe I quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello, di cui ho scoperto la bellezza grazie a una mia collega, perché è ricchissimo di spunti e permette tante connessioni (naturalmente in ottica RWW). Questo percorso sul legame tra uomo e macchina può aprire approfondimenti sulle dipendenze dalla tecnologia e dunque si può sfruttare per la scrittura di testi argomentativi e per dibattiti in classe. 

Altra idea che mi è venuta in mente è quella di accordarmi con il mio collega di Storia e Filosofia per approfondire la questione mediorientale e leggere in classe ampi stralci di G. Strada, Pappagalli verdi, offrendo poi suggerimenti per l'approfondimento e consigli di lettura di opere di narrativa su questioni di attualità (in base all'interesse personale). Ciò darebbe adito ad attività di lettura e scrittura insieme, con una raccolta di riflessioni e materiale preparatorio per il tema in classe (che non si può svolgere in maniera canonica tipo scrittura estemporanea per 3 ore in classe, cosa che vedo invece più fattibile per attività di analisi del testo di tipologia A).

Questa l'impostazione che vorrei dare alla letteratura in quinta: una comunità di lettori che leggono insieme e/o per conto loro e che si confrontano, scrivono su ciò che leggono e approfondiscono in base ai propri interessi personali, in un percorso di crescita in cui ci si alimenta culturalmente a vicenda. La carne al fuoco è davvero tanta, ma tagli e aggiustamenti li farò quando capirò che classe avrò di fronte. Relativamente alla metodologia didattica, mi ispirerò ai principi del Reading and Writing Workshop, tenendo però conto che dovrò adottare soluzioni di compromesso dovute al tipo di scuola e alla classe quinta che non posso sconvolgere più di tanto. I primi giorni di scuola, tuttavia, mi potrò permettere qualche lusso in più anche perché devo conoscere questi ragazzi e farmi conoscere! Dunque ho pensato ad un'attività di accoglienza attraverso l'albo illustrato Il buon viaggio di B. Masini e G. De Conno.


Dopo averlo letto e proiettato in classe, darò (idea che mi deriva dalla recente lettura del libro di Sabina Minuto ed Elisa Goninelli, Lettori e scrittori crescono, Pearson Ed.) questa consegna: "Scegli un oggetto disegnato nel libro e una parola o una frase che ti abbiano colpito, che parlino di te, che ti chiamino in causa e scrivi a partire da quell'oggetto e/o da quella parola o frase tutto ciò che ti viene in mente (riflessioni, domande, considerazioni su di te e sulla tua vita etc...) per tre minuti consecutivi. Non badare alla forma, ma preoccupati solo di buttar giù idee e riflessioni. Stai tranquillo/a: non è un testo finito, quanto piuttosto una forma grezza di scrittura che nessuno andrà a leggere e correggere". A questo punto come esempio leggerei ciò che ho scritto io.

Dopo i tre minuti, altra consegna: "Ora rivedi quanto hai scritto e sottolinea la frase o la parola che ti ispira altre riflessioni, quindi scrivi per altri due minuti". Anche qui presenterei il mio lavoro per far da modello di scrittura. 

A questo punto lascerei spazio alla condivisione (solo chi vorrà naturalmente). Da qui poi racconterei il mio approccio alla scrittura (fondamentale il taccuino, anche se non credo che lo chiamerò con questo nome davanti agli studenti; quindi il passaggio dalla forma grezza al testo finito) e alla letteratura, ricordando che cercheremo di studiare non (solo) LA letteratura, ma soprattutto CON la letteratura, per dirla come F. Batini. Da qui in poi ci metteremo in viaggio insieme e da qualche parte arriveremo!