mercoledì 9 settembre 2020

Dante in classe

Trovo molto difficile proporre Dante in modo convincente al liceo. Quando insegnavo alle medie non avevo problemi: i ragazzini non vedevano l'ora di affrontare Dante, avevano aspettative altissime; poi alle medie si fa di solito qualche passo dell'Inferno e poi si lavora su qualche idea di scrittura creativa.
Alle superiori ovviamente bisogna approfondire e leggere di più e anche da Purgatorio e Paradiso, forse meno avvincenti dell'Inferno per un adolescente. La Commedia va introdotta alla luce del percorso che Dante ha fatto fin lì partendo dalla Vita Nova (o Nuova? Alla Ssis col mitico professor Costantini ci siamo interrogati sulla correttezza o meno del dittongamento) e passando per Convivio e De vulgari eloquentia; poi bisogna lavorare su analisi retorica del testo (almeno il concetto di allegoria ecco...) e analisi linguistica (con Dante si fa anche un po' di attenzione a lessico e sintassi). In tutto questo non dimentichiamoci della narrazione, delle storie dei personaggi, del significato delle similitudini e delle complesse indicazioni astronomiche etc...
Quando apriamo un'edizione a caso della Commedia, quel che ci colpisce è quasi sempre la preponderanza delle note rispetto ai versi danteschi. Quel colpo d'occhio spesso basta per allontanare i ragazzi dalla fatica dell'impresa.
Quindi come affrontare Dante in modo rigoroso ma appassionante?
Io ho percorso finora due vie: quella della drammatizzazione e quella dell'attualizzazione.
Drammatizzazione: studio a memoria di alcuni passi dell'opera (in terza avevo scelto l'intero canto terzo dell'Inferno) e sfida di recitazione a gruppi. Naturalmente questa soluzione, dapprima contestata dai miei ragazzi e poi apprezzata, insiste molto sulla musicalità del testo, sulle figure retoriche, in particolare quelle di suono e quelle a sostegno dell'immaginazione (similitudini, metafore, allegorie) e permette di lavorare sulla comprensione profonda (lettura e recitazione si fanno bene se il testo si è capito bene). Per alleggerire il lavoro, è bene dare la parafrasi di massima e/o la sintesi dei contenuti. Grazie a questi strumenti i ragazzi guardano al testo in modo più fiducioso e si lasciano poi trasportare dalle parole... L'attualizzazione consente invece di lavorare sugli interrogativi che ancora oggi il testo dantesco ci pone: lavorando sul Purgatorio, in quarta io e i ragazzi ci siamo interrogati sul concetto di libertà (che poi abbiamo collegato ad Alfieri e Foscolo) e di felicità. Nella pratica leggevamo (e ascoltavamo) un canto o un passo particolare, cercavamo di coglierne il significato e poi partivamo con le connessioni al noi e all'oggi. Nella mia ormai non trascurabile esperienza di insegnamento ho capito che perché una lezione resti serve chiamare in causa le emozioni e rendere gli studenti operativi. In terza, dopo la memorizzazione del terzo canto dell'Inferno abbiamo lavorato a gruppi, ciascuno dei quali doveva preparare un canto per i compagni e cioè imparare a memoria dei passi significativi (qualche gruppo aveva imparato tutto il canto e lo aveva recitato alla classe), spiegarne il contenuto con un'analisi stilistica di massima e poi proporre ai compagni un gioco per la fissazione dei concetti (e qui si erano sbizzarriti!). Ecco, altro alleato imprescindibile: il gioco, il coinvolgimento di tutti. Come fare in regime di Didattica Digitale Integrata? Il gioco si può fare tramite le numerose applicazioni che gli stessi studenti conoscono; la lettura si può chiedere tramite registrazione audio /video magari per realizzare un'unica grande lettura collettiva (ho fatto così con Foscolo l'anno scorso, sia per l'Ortis che per i Sepolcri) e l'attualizzazione si può chiedere in modalità sincrona come forma di condivisione di osservazioni dopo la visione di una video lezione... Altre idee? Per esempio la realizzazione di un prodotto (multimediale o meno) come compito autentico. Poi ovviamente contano tanto la passione e l'entusiasmo del docente!